Italia delle Regioni

La Conferenza Unificata del 6 giugno – su richiesta della Conferenza delle Regioni e dell’Anci – ha rinviato la trattazione del Piano integrato nazionale per l’energia e il clima, ribadendo le osservazioni rappresentate in sede tecnica e chiedendo l’apertura immediata di un tavolo di confronto Stato – Regioni – Enti locali al fine di concordare le modifiche da apportare al testo, anche in considerazione del fatto che il testo dovrà essere licenziato definitivamente alla fine del 2019.

In sintesi la Posizione di comuni e regioni  sulla proposta di Piano Integrato Nazionale per l’Energia e il Clima PNIEC.  La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e l’ANCI ha chiesto di rinviare l’espressione del parere ribadendo le osservazioni già rappresentate in sede tecnica e l’apertura immediata di un tavolo di confronto Stato – Regioni – Enti locali al fine di concordare le modifiche da apportare al testo che sarà comunque licenziato definitivamente alla fine del 2019. Tale ulteriore fase istruttoria concertata, appare particolarmente importante attesi gli ambiziosi obiettivi che il piano si pone e che coinvolgono inevitabilmente tutti i livelli di Governo.

Nel documento elaborato dalla Conferenza delle  Regioni e dai Comuni vengono illustrate le osservazioni sulle linee fondamentali del Piano  Integrato Nazionale per l’Energia e il Clima.

È necessario identificare il modello di Governance e Monitoraggio del Piano definendo il quadro dei ruoli e delle competenze tra Governo, Regioni ed Enti locali in relazione al raggiungimento degli obiettivi individuati (il richiamo allo strumento del Burden Sharing per le FER non è sufficiente). Qualsiasi meccanismo di ripartizione degli obiettivi alle Regioni (obiettivi di sviluppo FER, efficienza energetica, decarbonizzazione, mobilità sostenibile) può essere valutato solo adottando un modello che preveda:

  1. ricognizione puntuale congiunta di tutte le informazioni disponibili a livello centrale (Ministeri, GSE, RSE, ENEA, TERNA, Agenzie del Territorio), quali ad esempio parco impianti FER già esistente e informazioni circa aree “residue effettivamente utilizzabili”, patrimonio immobiliare e specifiche di utilizzo dello stesso) a supporto delle scelte di intervento.
  2. individuazione dei potenziali regionali e dei relativi sostenibili contributi delle Regioni agli obiettivi nazionale (similmente al modello utilizzato per gli stati membri a livello europeo) non soggetti a sanzioni, che tengano in debito conto delle infrastrutture presenti, criticità, impatti e capacità delle singole regioni;
  3. revisione del metodo di calcolo degli obiettivi, soprattutto per le parti inerenti i trasporti interregionali;
    In particolare il PNIEC dovrebbe fornire indicazioni specifiche sul raccordo con la “Long Term Strategy” al 2050, la cui stesura è prevista per l’anno 2019. In particolare, In considerazione del fatto che l’obiettivo dichiarato in sede UE è la completa decarbonizzazione all’orizzonte temporale 2050, si ritiene che il PNIEC debba prevedere un riferimento a quale sforzo aggiuntivo ipotizzare dopo il 2030, individuando ad esempio misure a più lungo termine (molti impatti del Cambiamento Climatico saranno evidenti oltre il 2030 ma le misure di resilienza implicano tempo per essere realizzate).

Nel rapporto ambientale devono essere valutati gli impatti attesi su paesaggio, ambiente e salute umana di ciascuna azione proposta nel Piano, sulla base dello scenario di riferimento e le alternative di Piano (compresa l’alternativa zero).

Si ritiene necessario valutare gli impegni volontari sottoscritti dalle Regioni/Province autonome per il conseguimento di obiettivi di decarbonizzazione ulteriori e sfidanti rispetto agli obiettivi assegnati dal PNIEC, ed individuare specifici strumenti di sostegno degli stessi.

In particolare regioni e comuni chiedono di riservare maggiore centralità al tema dell’economia circolare soprattutto in relazione al riuso, all’obsolescenza e riparabilità delle apparecchiature. L’economia circolare deve essere rappresentata come fattore chiave per ridurre le emissioni di gas serra: tale approccio è realizzabile solo con la rimozione delle barriere normative nazionali esistenti allo sviluppo del riciclo nella gestione del rifiuto (end of waste) e mediante uno sforzo di individuazione dei metodi di misura del contributo che tali politiche possono garantire alla decarbonizzazione a partire da indicatori esistenti.

Anche al fine di evidenziare il più possibile le sinergie di azione, gli elementi di potenziale contrasto e di possibile soluzione, il Piano dovrebbe analizzare maggiormente la propria coerenza con i piani ad esso connessi (es. PNACC, Piano di Sviluppo delle reti Terna, Piani di qualità dell’aria, Piani di distretto dei bacini idrici, etc.) anche alla luce del fatto che il successo del PNIEC dipende sostanzialmente dalle politiche e dalle azioni contenute in altri Piani, sia di scala nazionale che regionale.

Impatto e sostenibilità ambientale. Si ritiene opportuno che gli obiettivi di sostenibilità ambientale perseguibili dal PNIEC siano formulati tenendo conto degli SDGs (Sustainable Development Goals) dell’Agenda 2030 e degli obiettivi strategici della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS). A tale proposito, considerata la trasversalità dei temi in oggetto, si ritiene che, per quanto riguarda gli SDGs, oltre agli SDGs 7 “Energia pulita e sostenibile” e 13 “Lotta contro il cambiamento climatico”, debbano essere inclusi tra gli obiettivi di sostenibilità ambientali pertinenti anche gli SDGs 9 “Imprese, innovazione e infrastrutture”, 11 “Città e comunità sostenibili”, 12 “Consumo e produzione responsabili” e 17 “Partnership per gli obiettivi”.

È necessaria una maggior correlazione fra gli obiettivi di Piano e quanto previsto nella pianificazione relativa ai rifiuti, promuovendo i principi dell’economia circolare e l’incremento dell’efficienza energetica nella gestione dei rifiuti.

Per il capitolo delle Fonti rinnovabili  per regioni e comuni appare necessario prevedere uno sviluppo armonico di tutte le fonti rinnovabili compreso l’eolico, l’idroelettrico, la geotermia e le bioenergie, sulla base delle valutazioni degli impatti attesi, effettuate nel Rapporto ambientale di VAS.

In riferimento alla previsione di individuazione delle aree idonee alla installazione di nuovi impianti energetici a carico delle Regioni appare necessario che lo Stato definisca, d’intesa con le Regioni e le Province autonome, i principi guida sulla base dei quali le Regioni e le Province autonome possono individuare in modo rispettoso delle specificità territoriali le aree idonee alla installazione di nuovi impianti energetici, perseguendo uno sviluppo armonico, coordinato, sostenibile ed efficiente del sistema elettrico. Tali principi condivisi devono essere principalmente riferiti a criteri di tutela ambientale e paesaggistica da contemperare, che possano supportare la concertazione delle Regioni con il tessuto locale e che sono essenzialmente riconducibili a: tutela delle aree agricole, salvaguardia della qualità dell’aria specie in aree critiche, difesa del deflusso minimo vitale dei corpi idrici, salvaguardia degli habitat e delle specie, tutela del paesaggio.

Nella misura “Potenziamento infrastrutturale per il trasporto ferroviario regionale è previsto che “Per le ferrovie regionali, il Governo promuoverà una stretta collaborazione con le Regioni nel monitoraggio della rete, prevedendo la possibilità di affidare a Rete Ferroviaria Italiana (RFI) alcune tratte oggi gestite dalle Regioni”. Regioni e comuni  propongono di modificare il testo: “Per le ferrovie regionali, il Governo promuoverà una stretta collaborazione con le Regioni nel monitoraggio della rete, prevedendo la possibilità di affidare a Rete Ferroviaria Italiana (RFI) alcune tratte oggi gestite dalle Regioni, previa valutazione congiunta della reale efficienza della modifica gestionale”.

Infine, Conferenza delle Regioni e Comuni dell’ANCI ritengono utili:  l’inserimento di una opportuna “strategia della partecipazione” che tenga conto dei piani di azione locale (oggi PAESC), che possa declinare azioni e attivare iniziative per il raggiungimento degli obiettivi dei Piani di azione, coerentemente con gli obiettivi del PNIEC, l’istituzione di una struttura di coordinamento fra i diversi livelli di pianificazione comunale-regionale-nazionale. Tale coordinamento si potrà realizzare, ad esempio, mediante la predisposizione di piattaforme informatiche e sistemi informativi, regionali e nazionale.

Regioni e comuni  suggeriscono, infine,  di promuovere anche attraverso il PNIEC lo strumento del PAESC congiunto, in linea con il recente orientamento del Patto dei Sindaci che mira all’aggregazione tra i soggetti firmatari e in coerenza con il percorso verso la costituzione di comunità energetiche (promosso dal Clean Energy Package ma già esistenti in Piani regionali vigenti) e verso l’elaborazione di strategie/piani di adattamento su scala sovracomunale, promosso da strategie/piani regionali di adattamento approvati.

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