Cronache dai Palazzi

Tensioni all’interno della maggioranza. La sconfitta in Umbria ha provocato delle riflessioni amare all’interno del Movimento dei pentastellati ora pronti a correre da soli nelle prossime competizioni elettorali sul territorio. Luigi Di Maio, pur tutelando la tenuta dell’esecutivo, ha dichiarato che “non ci sono i presupposti per un’alleanza strutturale con il Pd, i nostri militanti non la vogliono”, sottolinea il leader pentastellato ribadendo comunque la necessità di continuare il lavoro all’interno dell’esecutivo. “Credo che questo governo sia una squadra che deve portare avanti insieme il programma di governo. Se facciamo squadra i cittadini potranno comprendere quello che stiamo facendo, altrimenti è difficile anche far comprendere quello che facciamo di buono”, ha affermato Di Maio.

La maggioranza di governo continua inoltre a scontrarsi per quanto riguarda la manovra, soprattutto a proposito di tasse e di ripartizione delle risorse. Sembra esserci l’accordo sulle partite Iva ma restano punte di disaccordo per quanto riguarda ad esempio i finanziamenti a Radio Radicale (il M5S è contrario). Entro il 30 aprile 2020 il servizio svolto da Radio Radicale dovrebbe essere sottoposto a gara, in pratica un bando al quale potrà partecipare Radio Radicale ma non solo. Di Maio ha anche affermato di “voler togliere i soldi ai giornali che in Italia non sono in grado di garantire la libertà”.

Una manovra da 30 miliardi di euro non pienamente condivisa. Aiscat, le concessionarie autostradali, ipotizzano ad esempio un “rischio blocco degli investimenti” a causa del limite dell’1% alla deducibilità degli ammortamenti, ma il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, di fronte alle telecamere di Porta a porta precisa che si tratta di “una limatura assolutamente sostenibile”.

Gualtieri si dichiara inoltre “fiducioso sul giudizio di Bruxelles” – il governo italiano mira a ottenere dall’Ue una finestra sul Pil pari al 2,2% – puntualizzando che una volta definita la manovra si tornerà a parlare di Iva e di Irpef con un “grande cantiere di riforma”. Il ministro Gualtieri ha inoltre dichiarato che il meccanismo cash back – gli incentivi proposti a coloro che effettuano pagamenti con bancomat e carta di credito – dovrebbe far guadagnare “almeno 100-200 euro l’anno a consumatore”. Nel contempo il premier Giuseppe Conte di fronte all’assemblea dell’Ance, l’associazione dei costruttori ha assicurato “meno tasse, meno burocrazia, meno evasione fiscale”.

A proposito di cifre il governo ha stimato ben 107 miliardi l’anno di evasione fiscale e mira a risparmiare tra i 3 e i 4 miliardi per Quota 100 e Reddito di cittadinanza, mentre il cuneo fiscale costerebbe allo Stato ben 5 miliardi e 2 miliardi sarebbero da destinare alle spese non rinviabili come le missioni internazionali. Bruxelles dovrebbe in pratica riconoscere all’Italia una flessibilità di Bilancio di circa 12 miliardi mentre 23 miliardi è il peso dell’aumento dell’Iva da neutralizzare.

Confermata la “plastic tax”, la nuova tassa da un euro al chilogrammo che nel 2020 dovrebbe portare nelle casse dell’erario circa 1,2 miliardi e che colpirà la plastica mono-uso per i contenitori e gli imballaggi. Si tratta di un’imposta già ampiamente contestata da imprese, sindacati e consumatori che subiranno un rincaro dei prodotti. Ed ancora la nuova “sugar tax” sulle bevande zuccherate e, da gennaio, scatterà la web tax indirizzata alle grandi società che operano on line.

Le famiglie beneficeranno però di certe agevolazioni ad esempio sulla casa. Resta al 10% la cedolare sugli affitti a canone concordato. Sulla casa verranno rinnovati i bonus per le ristrutturazioni, per l’acquisto di mobili e si aggiungerà la detrazione al 90%, senza limiti di spesa, per rifare le facciate dei palazzi.

Il caso della stretta sulle auto aziendali è tra i più emblematici e dovrebbe generare circa 500 milioni di euro di maggiori tasse a carico dei lavoratori. “Serve migliorare immediatamente la norma sulle auto aziendali perché su quelle voci le tasse i lavoratori le pagano”, ha affermato il viceministro dello Sviluppo, Stefano Buffagni. “La tassa deve essere modificata e rimodulata in base al grado di inquinamento del veicolo e per fare in modo che non gravi in maniera eccessiva sulle tasche dei lavoratori e non comporti danni per il settore auto”, ha invece dichiarato il vicesegretario dem Andrea Orlando. E il ministro dell’Economia specifica che “le auto elettriche e quelle ibride non saranno colpite, anzi saranno incentivate”. Secondo alcune fonti del Mef, l’imposta non dovrebbe subire variazioni per auto aziendali ibride e elettriche per le quali la quota imponibile resterebbe al 30% come è tuttora; mentre per le altre la quota salirà al 60% e per le auto superinquinanti addirittura al 100%. In definitiva nel Documento programmatico di bilancio l’aumento delle tasse sulle vetture aziendali è stata definita una misura “ecologica”.

La manovra 2020 conferma inoltre il taglio delle detrazioni fiscali al 19% per i redditi alti. La riduzione sarà progressiva a partire da 120 mila euro di reddito annuo e le detrazioni si annulleranno oltre i 240 mila euro di reddito. Per quanto riguarda le spese sanitarie le detrazioni non subiranno penalizzazioni nel caso di patologie gravi, mentre verranno colpite le attuali detrazioni sui premi pagati per l’assicurazione sulla vita, sulle spese per l’istruzione scolastica e universitaria dei figli o per il veterinario. Restano invece invariate le detrazioni con aliquota diversa dal 19% come quelle sulle ristrutturazioni edilizie.

L’ultima bozza della nuova Finanziaria prevede anche una mini rivalutazione delle pensioni tra 1.522 e 2.029 euro, che secondo i calcoli dei sindacati comporterebbe appena 3 euro in più nel 2020 e solo per 2,8 milioni di pensionati su 16. In sostanza “un’elemosina”, dicono i leader dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil che confermano la manifestazione nazionale a Roma il prossimo 16 novembre, e che lunedì incontreranno la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, alla quale chiederanno di ridimensionare le tasse sui pensionati e di estendere la quattordicesima ad una platea più ampia di pensionati.

Sono stati inoltre messi a regime circa 3,2 miliardi per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego garantendo un aumento mensile medio delle retribuzioni pari a 90 euro. Stanziati anche circa 235 miliardi di euro per l’acquisto di piccole apparecchiature sanitarie da parte dei medici di famiglia che potranno ad esempio eseguire un elettrocardiogramma, una spirometria o una diagnosi dei tumori della pelle. Nasce infine l’Agenzia nazionale che mette a disposizione nuovi fondi per la ricerca universitaria, di enti pubblici o privati, ma anche per le borse di studio e i dirigenti scolastici. Per la ricerca sarebbero disponibili 5 milioni di euro nel 2020, 100 milioni nel 2021 e 200 dal 2022. L’Agenzia nazionale coordinerà le varie attività.

La nuova manovra finanziaria è attesa la prossima settimana a Palazzo Madama dove si prevedono non pochi emendamenti, mentre il decreto fiscale inizierà il suo iter a Montecitorio.

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