La vergogna
L’altra sera mi sono vergognato. Ero capitato ad una cena accanto a G. – un’amica ebrea fiorentina – una delle persone più colte, generose e umane che abbia mai incontrato. Una donna che dedica gran parte del suo tempo ad aiutare, disinteressatamente, i bambini con ritardi mentali attraverso l’insegnamento della musica e per il resto del tempo coltiva con le sue mani un orto in cui cresce di tutto, dai pomodori ai lamponi, con i quali prepara conserve senza zucchero che fanno bene e hanno successo. È un’arte appresa in lunghi anni passati in un kibbutz israeliano, dove ha imparato anche le regole della solidarietà, dell’aiuto reciproco e il piacere di condividere con gli altri quello che si possiede. È il contrario del fanatismo, non è sionista, non è una vittimista per professione, è una che in Israele voterebbe a sinistra, condanna la colonizzazione dei territori palestinesi e la domenica suona gratuitamente l’organo durante la Messa in una Chiesa cattolica.
Mi ha parlato, con dolore più che con indignazione, di quanto avvenuto in Senato sulla mozione Segre. Sì, mi sono vergognato. Vergognato che nel mio Paese non vi sia in Parlamento l’unanimità su un tema così ripugnante e stantio. Così stupido e inutile e sorpassato, come l’antisemitismo e che l’intera destra (non un gruppetto di irriducibili di CasaPound) abbia il coraggio di astenersi nel voto per la creazione di una Commissione parlamentare intesa a studiare il problema. Vergogna perché avevo sinceramente creduto che tutta la destra, compresa quella estrema, avesse ripudiato i peggiori aspetti del fascismo, limitandosi a una visione della politica certamente discutibile, ma nell’insieme rispettabile.
La cosa stupisce soprattutto da parte di Forza Italia, che si presenta, e sono convinto che lo sia nella realtà, come una forza moderata, civile ed europea. Credo che parecchi parlamentari di FI abbiano avuto il mal di pancia per questa astensione (però solo la Carfagna lo ha detto pubblicamente) ma il male è fatto. E temo che la destra, che pure rappresenta uno degli elementi basici del panorama italiano, si sia sparato un grosso colpo nei piedi.
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