Sovranisti, NATO ed Europa

Il Presidente francese Macron ha fatto un discorso di inusitata chiarezza e durezza sulla situazione europea ed internazionale. Il tema centrale era la NATO, la grande Alleanza che dal 1949 in poi ha mantenuto sicurezza e stabilità in Europa. Secondo Macron, in virtù dell’atteggiamento americano con l’Amministrazione Trump, gli alleati degli Stati Uniti in Europa non possono più sentirsi garantiti dall’Alleanza, non potendo contare con sicurezza sull’intervento americano. Alla base di questo ragionamento ci sono fattori noti: le tante dichiarazioni di Trump – specie durante, ma anche dopo, la campagna elettorale – la polemica costante contro gli europei, il disimpegno dalla Siria. Macron ne trae la conclusione, che naturalmente condivido, che se l’Europa non trova la forza di restare unita e dotata di forze proprie, è irrimediabilmente destinata al declino e a sparire come protagonista della Storia.

Difficile dargli torto, ma difficile essere ottimisti. Troppi segni mostrano gli europei  in preda a un’ondata suicida di ritorno ai nazionalismi, di cieco ripudio dell’ideale di solidarietà e di integrazione; di attaccamento ai gretti, e spesso mal compresi, interessi locali. La Brexit ne è l’esempio lampante, ma occorre aggiungervi i continui e crescenti successi, in Italia e altrove, di una destra fondamentalmente antieuropea.

L’avvertimento di Macron dovrebbe però suonare un vero allarme proprio tra i sovranisti. Un tempo si poteva forse pensare, magari a torto, che sotto l’ombrello atlantico e stando dal lato buono della Guerra Fredda, i singoli Paesi europei potessero sviluppare con una certa sicurezza le proprie idiosincrasie nazionali. Ora, non è più così. La Guerra Fredda ha perso il suo contenuto ideologico, che manteneva più o meno in riga gli occidentali, anche i più resistenti alle istituzioni collettive. Non c’è più l’URSS, al suo posto c’è una Russia che pratica una forma di economia capitalista e di democrazia autoritaria che seduce anche la destra. Una Russia che pratica con spregiudicata abilità l’arte di influire al di dentro gli occidentali, di dividerli e di indebolirne le istituzioni collettive.

I campanelli di allarme sono suonati un po’ dappertutto, dagli USA alla Gran Bretagna, dall’Italia all’Austria. Dove l’URSS arrivava con la seduzione ideologica, la Russia arriva con la propaganda sottile delle reti sociali e con la corruzione.

Per decenni, l’alternativa per gli Europei occidentali – spesso larvata, talvolta aperta – è stata tra l’UE e la NATO. Se è vero che gli USA voltano le spalle all’Alleanza, l’alternativa è tra un’Europa solidale e forte e un progressivo slittamento, uno ad uno, nell’orbita di Mosca. Riflettano i sovranisti, almeno quelli in buona fede: affermare una antistorica e impossibile sovranità nazionale, significa preparare, a breve o medio termine, un asservimento alla Russia. Magari, un giorno, alla Cina.

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