Il bilancio di Conte
L’anno che sta per chiudersi ha visto per tutta la sua durata (non poi tanto usuale in Italia) lo stesso Premier. L’anomalia è che Giuseppe Conte ha governato con due maggioranze completamente distinte, anzi opposte, dall’estrema destra della Lega alla sinistra di LeU. L’anomalia è forse meno inspiegabile se si pensa che in realtà al centro del governo c’è il Movimento 5stelle, impossibile da appartare considerato che ha la maggioranza relativa in Parlamento e, finché dura la Legislatura, è decisivo. Una certa disinvoltura nel cambiare alleato l’ha dunque mostrato il Movimento (auspice inatteso lo stesso Grillo), il mantenimento di Conte a Palazzo Chigi l’hanno voluto (e alla fine imposto) loro e Conte vi si è prestato (attribuiamogli questa scelta al senso del dovere o di responsabilità, perché credo che fare il Primo Ministro non sia una aspirazione veramente ambita in Italia). È possibile tirare un bilancio onesto del suo operato?
Nel suo primo mandato, Conte ha agito più che altro da mediatore e qualche volta da moderatore, con evidenti e crescenti difficoltà da parte di Salvini. Nel suo secondo mandato ha dato una svolta, assumendo una personalità propria e più marcata (però altri nemici sono subito spuntati). Nella sostanza, direi che si è mosso con equilibrio e personalmente trovo pienamente accertato il suo accentuato europeismo. Chi ha la pazienza di leggermi sa che ritengo questo il punto forse più qualificante nelle scelte politiche dei partiti, perché sono convinto che “extra Europam nulla salus”.
Per il resto, mi sembra che temi come la sicurezza siano stati trattati con competenza (anche se l’immigrazione ha avuto una leggera ripresa rispetto agli interdetti salviniani). In economia, i risultati non sono esaltanti ma neppure negativi. Però forse dovremmo lasciare da parte l’abitudine pur umana di giudicare le situazioni dai meriti o demeriti del Governo in carica, e renderci conto che esse dipendono anche da molti altri fattori (la mia opinione da sempre è che in economia il Governo possa più far danni che meraviglie quando sbaglia politica).
Insomma, se dovessi dare un voto al Premier Conte mi terrei sul 7 o 7 ½. Ma tutto sommato mi piacerebbe che restasse, anche se non è difficile percepire l’estrema fragilità della situazione.
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