Atti di guerra

L’anno è iniziato con una serie di azioni di guerra da parte degli Stati Uniti contro quello che ormai Trump considera il nemico unico, l’Iran. L’uccisione del Generale Suleimani ha certo una spiegazione, se è vero – come mi sembra credibile – che egli fosse l’organizzatore di molti e sanguinosi attacchi contro interessi e personale americani e ne stesse preparando altri. Eliminarlo è dunque un atto che si inserisce in una logica di guerra. Poi possono esserci altre ragioni di politica interna: il bisogno di Trump di uscire da una difficile momento creato dalla richiesta di impeachment, riunendo l’opinione, com’è tradizionale, attorno a un Presidente che punisce i nemici del Paese, e creando anche divisioni tra i democratici, parte dei quali condividono l’eliminazione di Suleimani e comunque sono imbarazzati a portare avanti una denuncia contro il Presidente in una situazione di potenziale grave crisi.

Non credo comunque che l’atto americano vada giudicato sul piano etico: Sulemaini era un assassino, che aveva sulle mani il sangue di centinaia di persone, era nemico dichiarato degli Stati Uniti e sapeva – o doveva sapere – di correre un rischio permanente. Come naturalmente non è possibile condannare la reazione degli iraniani e dei loro alleati, anch’essa parte di una logica di guerra.

Le vere domande sono altre: cosa accadrà adesso nel Medio Oriente? E qual è, se esiste, la strategia di Trump: flettere i muscoli, punire i nemici, mostrare la forza militare americana e la capacità di colpire chiunque e dovunque, possono essere elementi di una strategia, ma non la sostituiscono. Washington pensa davvero a un conflitto armato con l’Iran, come vorrebbero Israele, Arabia Saudita e una parte consistente del mondo sunnita? O pensa di portare l’escalation fino al punto in cui diventa quasi inevitabile un passo indietro reciproco? Si può pensare tutto il  male possibile di Donald Trump, ma mi sembrerebbe davvero grave se si dovesse pensare che egli agisca per impulso, colpo su colpo, senza avere in mente un obiettivo almeno lontanamente raggiungibile.

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