Medio Oriente in fiamme

Le fiamme che avvolgono l’aereo ucraino caduto a Teheran sono il simbolo di quanto sta accadendo. Il terribile incidente dell’aereo è difficile pensare che sia stato deliberatamente voluto (anche quelli che accusano l’Iran parlano di errore), ma si inquadra in un ambiente di tensione altissima, con scambi di missili, droni in libertà, vite umane che perdono valore (basti pensare alla cinquantina di persone morte schiacciate ai funerali di Soleimani).

L’unica, minuscola, consolazione è che il senso della misura parrebbe non essersi del tutto perduto. Il fatto che i missili iraniani su basi USA non abbiano provocato morti ha certo permesso a Trump di fare un passettino indietro, rinunciando ad annunciare ritorsioni militari, e gli iraniani fanno trasparire che considerano la rappresaglia esaurita. Ma sono parole: le vere intenzioni degli uni e degli altri non le sappiamo. Possiamo solo sperare che Trump non voglia una guerra, impopolare in America, in un anno elettorale e che gli Ayatollah capiscano il danno che la potenza USA può infliggere. Rassicuranti le espressioni dell’Ambasciatrice americana all’ONU e la proclamata volontà di un serio dialogo. Resta però l’estrema improbabilità di un dialogo vero tra due interlocutori che da decenni si odiano e si combattono in molte maniere. Il dialogo era stato avviato, e sembrava promettente, quando da un lato c’era Obama e dall’altro Rohani, persone d’inclinazione pacifica, ma Trump ha fatto saltare il tavolo, Rohani è stato spinto in un angolo, e tutto ora è più che difficile.

Intanto, la crisi ha aperto nuovi fronti: con l’Irak, in cui Governo e Parlamento chiedono il ritiro delle truppe straniere, il che tra l’altro indebolirebbe la lotta allo Stato Islamico. E tra alleati della NATO, essendo difficile credere che Germania e Francia condividano la bellicosità trumpiana, e in cui la Turchia di Erdogan gioca una sua partita d’intesa con la Russia di Putin. Il quale, direi, è fino ad ora il solo che esce da tutto questo con vantaggi politici e strategici rilevanti.

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