Cronache dai Palazzi

Pronti per ripartire anche se con regole nuove per garantire la sicurezza. Il governo ha varato il decreto da 55 miliardi per la ripartenza dopo diversi giorni di attesa. Si tratta del cosiddetto decreto Rilancio, l’ex decreto Aprile, per sostenere famiglie, imprese e lavoratori travolti dall’emergenza coronavirus.

Un decreto composto da 256 articoli e di 464 pagine. “Un testo complesso – ha affermato il premier Conte – pari a due manovre, un lavoro incredibile per orientare l’economia a una pronta ripartenza”. E in aggiunta un messaggio in seguito alle varie critiche per i passati Dpcm: “Spero che maggioranza e opposizione possano migliorare il testo in Parlamento”, ha auspicato il premier. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, lo ha definito un “decreto imponente per risorse, indirizzi forti per sostenere le famiglie, imprese e sistema sanitario, ma anche per gettare le basi per la ripresa dell’economia”.

Il decreto Rilancio apre di fatto la Fase 2 ed è “un mosaico che tiene dentro tutto”, come ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Ben 16 miliardi per sostenere le imprese; contributi a fondo perduto per le aziende che nel 2019 hanno registrato un fatturato non superiore a 5 milioni di euro. L’entità dell’aiuto si estenderà da un minimo di mille euro fino ad un massimo oltre i 50 mila euro.

Come si legge dalla norma disciplinata dall’articolo 28 della maxi manovra, il contributo sarà erogato “a favore dei soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo e di reddito agrario, titolari di partita iva”. Le aziende che potranno ricevere il contributo dovranno aver registrato nel mese di aprile 2020 un calo dei ricavi di almeno un terzo rispetto allo stesso periodo del 2019. Si fa eccezione per le imprese costituite da poco, a partire dal primo gennaio 2019, e per le aziende stanziate nelle zone rosse che hanno chiuso i battenti ancor prima del lockdown. La domanda va presentata all’Agenzia delle Entrate per via telematica inserendo un’autocertificazione di regolarità antimafia. Sono escluse le imprese che hanno interrotto l’attività alla data del 31 marzo scorso. Il contributo dovrebbe essere erogato nella seconda metà di giugno dall’Agenzia mediante bonifico sul conto bancario o postale del beneficiario.

È previsto anche un credito d’imposta al 60 per cento dell’ammontare del canone di locazione dei mesi di marzo, aprile e maggio per gli immobili adibiti ad attività industriali, commerciali, artigianali, agricole e all’esercizio dell’attività di lavoro autonomo. Per dare ulteriore ossigeno alle imprese sono stati inoltre rinviati al 16 settembre i versamenti di ritenute, iva e contributi.

Il decreto prevede anche lo stop dell’Irap e il taglio di bollette per le utenze non domestiche dal primo maggio a luglio 2020, per cui sono stati stanziati 600 milioni di euro. L’obiettivo è “alleviare il peso delle quote fisse delle bollette elettriche in capo alle piccole attività produttive e commerciali”. Si tratta comunque di una norma che ha carattere transitorio e urgente per un periodo di tre mesi a partire da maggio.

Nuove risorse anche per gli ammortizzatori sociali (25,6 miliardi) e altre nove settimane di cassa integrazione. Alla sanità vanno circa 3 miliardi con l’assunzione di quasi 10 mila infermieri. Ed ancora 1,4 miliardi per l’università e 4 mila nuovi ricercatori; ecobonus al 110 per cento da destinare a “ristrutturazioni green” per risollevare il settore dell’edilizia. Per la ripresa del settore turistico, invece, sono stati stanziati altri 4 miliardi e in questo contesto il bonus vacanze vale circa 2,4 miliardi di euro: il decreto riconosce un bonus di 500 euro ai nuclei familiari con un reddito Isee non superiore a 40 mila euro. Si tratta di un credito relativo al periodo d’imposta 2020, per i pagamenti legati alla fruizione di servizi turisti offerti in ambito nazionale.

È “la premessa per concretizzare la ripresa”, ha affermato il presidente del Consiglio, che promette di “rimediare” anche sui ritardi della cassa integrazione e confidando di “erogare gli ammortizzatori ancor più speditamente di come accaduto finora”. Occorre “semplificare e fare in modo che le risorse stanziate arrivino in modo semplice, rapido e veloce”.

Da lunedì 18 maggio riapriranno i negozi al dettaglio, i centri commerciali, i bar e i ristoranti, i parrucchieri, i barbieri, gli estetisti e anche i mercati non alimentari. Si potrà inoltre tornare nelle biblioteche, nei musei  e nelle gallerie d’arte e si potranno visitare di nuovo i siti archeologici.

Tabelle e grafici del monitoraggio del rischio Sars-Cov-2 – realizzato Regione per Regione come previsto dal ministero della Salute in 21 punti – serviranno a guidare la ripartenza e tutte le Regioni sono chiamate a collaborare inviando i propri dati. Come indicato dai ministri Boccia e Speranza, “la acquisizione tempestiva dei dati costituisce condizione essenziale per il corretto funzionamento del sistema di rilevazione e di contenimento del rischio collegato alla gestione di una nuova epidemia non controllata”. Come rilevato dal ministero della Salute attraverso il monitoraggio della settimana dal 4 all’11 maggio “il trend continua ad essere positivo”.

Da lunedì 18 maggio si torna inoltre a circolare liberamente senza autocertificazione all’interno della propria Regione. Si potranno rivedere gli amici ma rimangono basilari le regole per evitare una nuova ondata di contagi: il distanziamento sociale, l’obbligo di usare le mascherine negli ambienti chiusi oppure mantenere le distanze quando non si può usare una mascherina. Rimane invece l’obbligo di non uscire di casa se si avvertono i sintomi da Coronavirus.

Le regole del distanziamento rappresentano comunque una rivoluzione all’interno dei pubblici esercizi. Si potrà tornare nei bar ma gli ingressi saranno contingentati e quindi si farà la fila con la mascherina per entrare; il numero di persone che potranno essere presenti all’interno del locale dipenderà inoltre dall’ampiezza di quest’ultimo. I protocolli stilati dai ricercatori dell’Inail e dell’Istituto superiore di Sanità, che hanno scritto le opportune raccomandazioni raccordandosi con il Comitato tecnico scientifico, hanno stabilito che ad ogni cliente deve essere riservata una superficie di quattro metri quadrati. All’interno dei ristoranti la regola è la distanza di due metri tra un tavolo e l’altro, niente buffet o menù di carta, e i camerieri dovranno indossare guanti e mascherina.

Potranno rialzare la serranda tutti i negozi che saranno in grado di riaprire e per la città di Milano è stato previsto che sarà il 65% degli esercenti. Contingentati anche gli ingressi in outlet e centri commerciali; le prove degli indumenti dovranno avvenire con i guanti e all’ingresso dei vari negozi vi saranno diversi dispenser di gel disinfettante, che sarà obbligatorio alle casse dove si potrà pagare in contanti ma sono preferite le varie carte.

L’Italia rimane comunque ancora con il fiato sospeso e nel frattempo tarda ad arrivare l’app per il contact tracing denominata “Immuni”, a causa di un eventuale rischio di “transito di dati” verso Apple e Google e comunque verso società straniere, anche alla luce della partecipazione cinese (seppure minima, al di sotto del 2%) nella società che ha strutturato l’app. L’app consentirà il tracciamento dei dati attraverso la tecnologia bluetooth.

Il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ha approvato la relazione sulla applicazione per l’app Immuni, promossa a pieni voti anche dal Mit (Massachusetts Institute of Technology), ma il documento deve ora passare al Parlamento dove è in discussione il decreto legge che prefigura l’assetto giuridico dell’operazione. È stato infine ribadito che chi non scaricherà l’app per il tracciamento dei contatti non sarà penalizzato.

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