Scienza e politica, confini invalicabili?

Probabilmente mai come in questo momento si è avvertito l’importanza della scienza, della cultura, della conoscenza. Ma quelle vere: quelle che non sono opinioni, perché la scienza non deve essere un’opinione lasciata alla libera interpretazione di chiunque, specialmente di chi se ne ritiene il depositario per essersi fatto un’opinione navigando su Internet.

Specialmente in quest’ultimo periodo, in cui tutti si sono sentiti autorizzati a dire liberamente la loro sulla diffusione del Covid 19, si è avvertito lo scontro di due differenti correnti di pensiero: da una parte della barricata chi sostiene che la scienza ufficiale debba prevalere, dall’altra chi ritiene che le informazioni, tutte, indipendentemente dalla fonte debbano circolare perché ciascuno possa valutarle e farsi liberamente la propria opinione. Insomma, per qualcuno, avere una connessione ad internet equivale a poter manifestare il proprio verbo cercando proseliti.

Ma già Galileo avvertì questa pericolosa deriva quando, andando contro “semplicemente” l’establishment della potentissima Chiesa Cattolica, ebbe a dire che “L’autorità dell’opinione di mille nelle scienze non val per una scintilla di ragione di uno solo”. E i fatti, cioè la circostanza che sia la terra a ruotare attorno al sole, gli hanno dato ragione. Ma oggi qualcuno si sente in dovere di mettere in dubbio anche questo, così come si mette in dubbio che l’uomo sia stato sulla luna e, per tornare all’attualità, che il Covid non esiste, che è frutto di un complotto dietro il quale si nascondono, di volta in volta, misteriosi poteri forti o occulti, banche, lobby farmaceutiche e chi più ne ha più ne metta.

Conseguenze di tutto ciò? Oltre al diffondersi dell’ignoranza mascherata dall’arroganza e la presunzione di essere depositari della verità, assistiamo alla nascita di gruppi, associazioni e movimenti che, in forza della libertà di opinione, vogliono affermare le loro convinzioni; a qualsiasi costo. Il pericolo? Che possano riuscirci e decidere come governare un paese e non solo.

Vengono alla mente le parole di un altro scienziato non da poco, Albert Einstein che ebbe a dire “Non sono d’accordo con la tua idea che gli scienziati dovrebbero osservare la politica in silenzio”. E’ un meme su cui riflettere e sembra averlo fatto l’organizzazione americana no profit  314 Action.

Si tratta di un gruppo nato su iniziativa di membri della comunità STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) che credono nella scienza il cui scopo è quello di candidare alle più importanti cariche e posizioni di responsabilità, rappresentanti del mondo, appunto, della scienza per portare avanti soluzioni politiche basate sulla conoscenza e non su idee demagogiche o posizioni preconcette.

La scelta del nome non è certo un caso; il Pi Greco non è certo un caso. Si tratta di un dato matematico e scientifico assoluto che, fin dai babilonesi, rappresenta una costante che ha avuto degli sviluppi nel suo studio, ma non è mai stata messa in dubbio. Un nome significativo.

Così come è significativa la scelta dell’associazione americana che vuole portare la difesa della scienza nelle stanze dove si prendono le decisioni e, oltremodo, appare decisamente opportuna in un momento in cui queste decisioni sembra vengano prese sulla base delle opinioni e sugli umori della pancia delle piazze. Come se una manciata di like o condivisioni sia per qualcuno più importante di un dato di fatto obiettivo.  Ovviamente scopo di 314 Action è anche quello di un programma pro scienza, specialmente dove viene contestata e diffamata.

Un programma decisamente ambizioso che, mai come in questo momento si scontra e cozza contro il diffondersi non solo di pseudoscienze, ma anche della diffusione di opinioni spacciate come sapere scientifico. Immaginiamoci cosa potrebbe accadere se salisse al potere un movimento che chiede l’abolizione della coltivazione della farina in favore della soia.

In questo senso le parole di Galileo e di Einstein dovrebbero essere valutate, prima di tutto, dagli attuali governanti nella scelta degli esperti a cui chiedere consiglio nel momento in cui decidono come governare un paese. Il caso eclatante di Boris Johnson che si è ricreduto sulla portata del Covid. Anche chi è chiamato a proporre le leggi dovrebbe adeguarsi in tal senso e disporre di una conoscenza delle materie che, specialmente in Italia, latita. Ma la parte più difficile resta quella di convincere un elettorato sempre più stanco e apatico, che i loro rappresentanti non possono essere dilettanti improvvisati. 314 Action potrebbe essere un esempio da seguire.

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