MameliRock a favore del Policlinico di Milano
Fra le tante iniziative nate a sostegno della lotta al Covid-19, una in particolare si è distinta avvalendosi dell’anima iconica dell’inno nazionale, e “L’inno di Mameli” (NdA: Il canto degli italiani), è diventato “MameliRock”. Il Progetto nasce con l’intento di donare il ricavato della vendita del brano “Inno di Mameli versione Mameli Rock” al Policlinico di Milano, tra i molti eroi in prima linea per combattere il Covid-19. Abbiamo intervistato l’ideatore Marco D’Andrea per avere ulteriori dettagli.
Come è nata l’idea di adottare “L’inno di Mameli” nel vostro genere musicale per farne una versione rock?
Di fronte a quanto stava accadendo in Italia e nel mondo, non me la sono sentita di fare da spettatore, ma ho voluto agire per dare il mio contributo, è nel mio carattere, non posso restare inerme di fronte a questa assurda realtà che stiamo vivendo. Sembra di essere in un film su un virus mondiale, ma a differenza della finzione, le persone muoiono per davvero. Anche se questo nostro contributo, potrà essere una goccia in mezzo al mare, il mare è pur sempre formato da tante piccole gocce.
Andare a mettere le mani su una icona nazionale non ti ha preoccupato per le possibili reazioni che avresti potuto scatenare?
Maneggiare l’Inno Nazionale non è stata un’operazione semplice, anche se avevo chiaro sin da subito la tipologia di arrangiamento e struttura che volevo adoperare. Se quando Arrangi, Componi, Registri qualcosa, pensi a quale reazione puoi suscitare, per un artista è un blocco, limita la tua creatività. Ho voluto fare del mio meglio, il risultato per fortuna piace e continua a piacere, meglio così! Sono sempre stato dell’idea che se bisogna fare una cosa, devi metterci tutto te stesso, altrimenti, non ne vale la pena.
Quindi come hai iniziato a muoverti per realizzare la tua idea?
Appena ho avuto l’idea, ho contattato Nico Spinosa di RNC Music, erano le 8:30 di un lunedì mattina, credo, anzi, sono certo di averlo svegliato quel giorno. Gli ho esposto lamia idea e ne è stato subito entusiasta. Con il supporto di RNC Music, per la pubblicazione del brano, ho contattato alcuni amici e colleghi del panorama Rock/Metal Italiano ed Internazionale, che hanno subito aderito all’iniziativa.
E ne è nata una versione completamente stravolta rispetto l’originale?
Ho Pensato che un arrangiamento in chiave Rock/Metal, dell’Inno di Mameli, sarebbe stato l’ideale per suggellare l’unione e la fratellanza di noi Italiani, che in questo momento, dobbiamo essere più uniti che mai ed aiutarci l’un l’altro. Acquistandolo al costo di € 1, meno di un caffè, aiuterete a superare l’emergenza garantendo supporto e sostegno ai sanitari. Qui troverete video e tutti i link per streaming e download.
Chi ha partecipato alla realizzazione?
MARCO D’ANDREA (Planethard, Marco D’Andrea), ANDREA BRAIDO (V. Rossi, Zucchero, M. Miller, F. Gambale), GIACOMO VOLI (Rhapsody of Fire, The Voice of Rock), MASHA MYSMANE (Exilia), Dj TOKY (Virgin Radio), TOMMY MASSARA (Extrema), MARCO PASTORINO (Temperance), RALPH SALATI (Destrage), STEFANO ARRIGONI (Planethard), ANTONIO CORDARO (Solo Artist), ANNA PORTALUPI (Tarja Turunen, Hardline), GIANLUCA FERRO (Solo Artist), AXEL CAPURRO (A New Rage), GIACOMO GIGA GIGANTELLI (Danger Zone), ALESSANDRA SANCIO (LALE), KLOD BROLIS (The Stone Garden), STEVE MICHENSIA (Wings Along Road), JACK DRAVEN (Ulvedharr); con il supporto di: MATTEO MAGNI (Magnitude Recording Studio), ANNALISA FORCELLA (Alf Project, Grafiche), JACOPO BOSCAINI (Video Editing & Montaggio).
Approfitto per chiederti la situazione post-covid per voi artisti, il blocco totale delle attività ha penalizzato pesantemente tutta la filiera, non ti pare che il settore musica e arte in generale sia stato dimenticato dagli aiuti erogati dal governo?
Decisamente e completamente dimenticati! Purtroppo qui in Italia è già difficile vivere di musica, ovviamente questa situazione ha solo peggiorato il tutto. Spero che si risolva nel migliore dei modi, anche se sono convinto ci vorrà ancora del tempo. Ma nei vari decreti governativi, non si è mai parlato di noi artisti, anche se durante i due mesi in casa, durante il lockdown, per fortuna c’era l’arte a tenere compagnia. Cosa sarebbe un mondo senza Arte? Un Mondo senza colori e sfumature? Sarebbe un mondo troppo freddo.
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