Pane, amore e… (Film, 1955)
In Italia il realismo magico non funziona, a parte l’eccezione del poetico Miracolo a Milano (1951) di Vittorio De Sica, in compenso ottiene grande successo di pubblico il neorealismo rosa che attraversa tutti gli anni Cinquanta, sino alla svolta de I soliti ignoti. Sono i film della serie Pane e amore (1953-1955) girati da Luigi Comencini e Dino Risi, come il successivo Poveri ma belli (1956) sempre di Dino Risi, ad affascinare un pubblico ingenuo alla ricerca di una commedia popolare piena di buoni sentimenti e di gioia di vivere.
Luigi Comencini (su soggetto di Ettore Margadonna) inventa il genere con il fortunato Pane amore e fantasia (1953), interpretato da un grande Vittorio De Sica che realizza la caratterizzazione del maresciallo Carotenuto. A questo fortunato film succedono Pane, amore e gelosia (1954) sempre di Comencini e Pane, amore e… (1955) di Dino Risi. Nel 1958 si completa il ciclo con una trasferta spagnola: Pane, amore e Andalusia di Javier Setó, supervisionato da De Sica. Poveri ma belli (1956) di Dino Risi produce due sequel con Belle ma povere (1957) e Poveri milionari (1959).
Il cinema di Risi non è lontano dalla lezione neorealista, anche se si tratta di neorealismo rosa che si presenta sotto forma di commedia. Il suo primo successo è Pane, amore e… (1955) – quarto incasso della stagione cinematografica – sequel delle pellicole di Comencini, vero e proprio manifesto del neorealismo rosa. Vittorio De Sica interpreta ancora il maresciallo Carotenuto, mentre il ruolo femminile passa da Gina Lollobrigida a Sophia Loren. Sarebbe tecnicamente un finto sequel, perché il maresciallo si congeda dall’Arma dei Carabinieri, abbandona il paesello, torna nella natia Sorrento per comandare la Polizia Municipale, ma non abbandona il suo ruolo da seduttore. Il cuore del fascinoso maresciallo è conteso tra la giovanissima Loren (che mira a sistemare il fidanzato e a non essere sfrattata) e la più matura Padovani, padrona di casa bigotta, innamorata del nostro eroe.
Attori molto bravi, da uno straordinario De Sica fino alla comicissima Tina Pica (governante), passando per Mario Carotenuto (il fratello prete) e Lea Padovani. Sophia Loren conquista il pubblico maschile (ma non solo) con la sua esuberanza popolaresca da pescivendola sorrentina. La storia è completamente diversa dai precedenti film della serie, i collegamenti con i due lavori di Comencini – ambientati in un paesino di fantasia del centro Italia poco dopo la fine della guerra – sono davvero esili. Dino Risi ha quasi quarant’anni, gira con mano salda il suo quarto lungometraggio, raccogliendo la pesante eredità dei successi di Comencini, uno dei primi film a colori del nostro cinema. Ottima l’ambientazione sorrentina, tra paesaggi marini stupendi, mercati del pesce, spiagge e angoli incontaminati. Montaggio rapido, scenografie da sogno, comicità memorabile. Sequenza di culto: Sophia Loren che balla il mambo insieme a un imbarazzatissimo De Sica. Un film che non invecchia.
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Regia: Dino Risi. Durata: 100’. Genere: Commedia. Soggetto: Ettore Maria Margadonna, Dino Risi. Sceneggiatura: Marcello Girosi, Ettore Maria Margadonna, Dino Risi, Vincenzo Talarico. Fotografia: Giuseppe Rotunno. Montaggio: Mario Serandrei. Musiche: Alessandro Cicognini. Scenografia: Gastone Medin. Costumi: Fabrizio Carafa. Produttore: Marcello Girosi. Casa di Produzione: Titanus. Interpreti: Vittorio De Sica (Antonio), Sophia Loren (Sofia Cocozza), Lea Padovani (donna Violante), Antonio Cifariello (Nicolino, doppiato da Carlo Giuffrè), Tina Pica (Caramella), Mario Carotenuto (don Matteo), Yoka Berretty (Erika), Virgilio Riento (parroco), Clara Crispo (donna Carmela), Pasquale Misiano (don Peppino), Antonio La Raina (sindaco, doppiato da Nino Manfredi), Nino Imparato (vigile), Gaetano Autiero (Titino), Fausto Guerzoni (paesano), Attilio Torelli (paesano), Vittorio Pucci (medico), Raffaele D’Aponte (passante).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]