Piccole donne (Film, 2019)
Per la settima volta nella storia del cinema va in scena Piccole donne, ma ci sono ancora critici capaci di gridare al capolavoro. Certo, il film girato con grande maestria da Greta Gerwin (reduce dal successo di Lady Bird) – non sceneggiato benissimo, tra salti temporali che rendono confusa la narrazione – è un ottimo prodotto di intrattenimento. Confezione extra lusso, fotografia splendida, scenografie suggestive, costumi e ambientazione d’epoca riusciti, oltre a un cast stellare guidato al meglio da una regista che dirige il suo terzo film ed è nota soprattutto come interprete.
Mentre scorrevano le immagini mi sono chiesto quale sia l’utilità di rifare una volta di più un film da un libro che almeno la mia generazione conosce a memoria. Forse sarà utile per i ragazzi degli anni Duemila, che in ogni caso sono lontani anni luce dalla filosofia che sta alla base di tutta l’opera letteraria di Louisa May Alcoot. Credo che sia più moderno Edmondo De Amicis, portatore di identico socialismo utopico e simile compassione per i poveri, il tutto condito da buoni sentimenti e lacrime.
Inutile raccontare la storia, universalmente nota, delle quattro sorelle March, di una madre attivista per la tutela dei poveri, di un padre che combatte la guerra di secessione, di una protagonista (Jo) che vuol fare la scrittrice. Inutile raccontare le sofferenze, gli amori, i litigi, tutti gli eventi che compongono il romanzo e che vengono riprodotti per immagini, senza una consequenzialità precisa, come va di moda adesso. Forse è per questo che leggo pochi romanzi contemporanei e che amo il cinema del passato: sono rimasto alle storie narrate come si deve (inizio, svolgimento, fine), non amo gli autori che sembrano mettere gli eventi in un barattolo e subito dopo raccontarli secondo una sequenza casuale, come se scrivere una sceneggiatura equivalesse a lanciare dadi.
Film autobiografico, come lo era il romanzo, che mette in primo piano la questione femminile – la sola cosa non datata! – e la volontà da parte di una donna di non realizzarsi soltanto con il matrimonio. Se volete vederlo, fate pure. Non è un cattivo spettacolo. Il vostro povero critico, ne avrebbe fatto volentieri a meno.
. . .
Regia: Greta Gerwig. Soggetto: Louisa May Alcoot. Sceneggiatura: Greta Gerwig. Fotografia: Yorick Le Saux. Montaggio: Nick Houy. Musiche: Alexandre Desplat. Scenografia: Jess Gonchor. Costumi: Jacqueline Durran. Titolo originale: Little Women. Produttori: Amy Pascal, Denise Di Novi, Robin Swicord. Casa di Produzione: Pascal Pictures. Distribuzione: Warner Bors (Italia). Paese di Produzione: USA. Genere: Sentimentale, Drammatico, Storico, Letterario. Durata: 134’. Interpreti: Saoirse Ronan (Jo), Emma Watson (Meg), Florence Pugh (Amy), Eliza Scanlen (Beth), Laura Dern (Marmee), Timothée Chalamet (Laurie), Meryl Streep (zia March), Tracy Letts (sig. Dashwood), James Norton (John Brooke), Bob Odenkirk (sig. March), Louis Garrel (Friedrich Bhaer), Chris Cooper (sig. Laurence), Jayne Houdyshell (Hannah), Dash Barber (Fred Vaughn), Hadley Robinson (Sallie Gardiner Moffat), Maryann Plunkett (sig.ra Kirke).
©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]