La battaglia per Roma
L’anno prossimo si voterà per eleggere il nuovo Sindaco di Roma. Mi pare a naso difficile che Virginia Raggi sia rieletta, sia per la generale perdita di consensi dei 5stelle, sia perché ho incontrato ben pochi romani contenti della sua gestione.
Bisogna riconoscere che Roma è una città estremamente complessa, difficile e sfortunata. I sindaci che l’hanno amministrata negli ultimi decenni sono stati senza eccezione molto al disotto del compito. Solo per parlare degli ultimi, dopo il disastro Alemanno è venuto il disastro Marino, della Raggi lasciamo stare. Ci si può chiedere se Roma sia effettivamente governabile e i suoi problemi possano essere risolti, anche con la migliore volontà. Però non possiamo abbandonarci al pessimismo e allo scoramento, dobbiamo credere che la capacità del Primo Cittadino possa fare la differenza, al di là del suo colore politico, che quando si amministra una città dovrebbe essere secondario.
Ma chi? Dove sta la persona adatta, nella quale si possa confidare senza troppo rischio di altre delusioni? Secondo me, i requisiti necessari sono chiari: onestà intellettuale e personale, esperienza o provata capacità amministrativa, indipendenza, almeno relative, dalle cricche politiche e partitiche o da pregiudizi ideologici. Amministrare una città non dovrebbe essere poi tanto differente dal gestire una grande azienda e di buoni amministratori in Italia ce ne sono parecchi. Se almeno uno o due si lasciassero tentare dall’ingrato dovere di amministrare Roma e se i Partiti finalmente mettessero da parte le beghe interne per scegliere davvero i migliori!
I nomi che sono circolati finora sono lungi dal rassicurarmi: Vittorio Sgarbi (di cui personalmente sono stato molto amico) è un uomo intelligente e coltissimo, un critico e organizzatore d’arte di primo piano, ma ha un carattere impulsivo e imprevedibile, più portato alla improvvisazione polemica, ai colpi di teatro autopromozionali, alle frasi chock, che alla costanza e alla pazienza che richiede la carica. Se Roma avesse un deficit culturale, uno come lui sarebbe utile, ma Roma ha bisogno di un’Amministrazione capace di tappare i buchi delle strade, far funzionare i trasporti pubblici, tenere strade e piazze pulite (mi viene da piangere quando vedo il tappeto di cicche che copre indisturbato le vie del centro storico), regolare ragionevolmente il traffico caotico, assicurare insomma i servizi basici che i cittadini hanno il diritto di pretendere. Non vedo Vittorio Sgarbi capace di fare tutto questo (sarebbe interessante sapere cosa pensano di lui gli abitanti di Sutri, di cui è attualmente Sindaco).
Carlo Calenda ha forse più spessore, ma nemmeno lui ispira grande fiducia. Anche lui è un incostante, uno che va avanti a colpi di scena, in dissenso permanente con tutto quello a cui ha appartenuto. È ragionevole che il PD non lo ami. Bisogna vedere se il Partito riesce a tirare dalla manica un vero asso, ma ne dubito. Quanto al centro-destra, dubito che la Lega possa appoggiare Sgarbi, ma se Giorgia Meloni non ritenta l’esperienza, trovare un candidato comune mi pare tutto in salita.
E allora? Allora speriamo di non dover ricadere di nuovo nell’eterno ciclo di entusiasmo, delusione, e ripudio finale. Roma e i romani, tutto sommato, meritano di meglio.
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