Giorni decisivi
Martedì finalmente si chiude il voto per l’elezione del Presidente degli Stati Uniti (più di un terzo degli elettori comunque ha già votato, in persona o per posta). Le previsioni sono impossibili, i sondaggi, lo sappiamo per esperienza, sono inaffidabili per molte ragioni (esemplare il caso di Hillary Clinton nel 2016, che tutti davano per vincente). Per l’arcaico sistema elettorale americano, un vero esempio di medioevo della democrazia, anche il candidato che ha avuto più voti nel Paese – e dovunque altrove sarebbe proclamato vincitore (magari per un pugno di voti) – negli Stati Uniti può essere sconfitto se ha contro di lui la maggioranza dei “delegati” degli Stati.
Dire che l’elezione è attesa con il fiato sospeso è dire poco. Rare volte la scelta del Presidente USA è stata così carica di conseguenze per l’America e per il mondo (e in special modo per l’Europa). Rare volte, forse mai, si sono contrapposte due visioni così opposte della politica e anche della morale. Per un osservatore imparziale, la scelta parrebbe ovvia: Biden non è certo un candidato esaltante, qualche scheletro nell’armadio ce l’ha anche lui, e a mio avviso è troppo anziano e legato alla politica tradizionale, e siamo lontani dai livelli di carisma di John Kennedy o Barack Obama. Non credo che ci si possano aspettare meraviglie da lui. Ma Donald Trump è uno che ha costruito tutta la sua carriera, imprenditoriale e politica, sulla disonestà personale, la negazione della realtà (quello che ha detto e continua a dire sul Covid è una patente serie di menzogne, che sarebbe persino folcloriristica se non avesse costato centinaia di migliaia di vite; l’ultima geniale trovata è l’affermazione che “i medici guadagnano di più se qualcuno muore di Covid”). Quel che è peggio, ha semidistrutto l’equilibrio dei poteri e sviato a suo profitto il funzionamento delle istituzioni, avversando e diffamando chiunque dissenta da lui: scienziati, burocrazia, grande stampa, gruppi che lottano per i Diritti Umani, Magistrati che osano indagare sulle sue malefatte finanziarie. Molti dei suoi più stretti collaboratori hanno scritto di lui cose terribilmente rivelatrici, che andrebbero lette e meditate.
Ma se questo è il giudizio razionale, sappiamo che la gente, un po’ dappertutto, vota sulla base di istinti e pregiudizi irrazionali (uno di questi è che Biden sia un estremista di sinistra, quando tutta la sua opera politica dimostra il contrario; ma le reti sociali, questo pericoloso strumento moderno, lo hanno radicato nella testa di molti, troppi, anche gente che considero di buona fede). Quindi, martedì, tutto è possibile.
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