Rinasce il Polittico Griffoni
Bologna – “La riscoperta di un capolavoro” è una mostra straordinaria, un evento del tutto eccezionale perché riporta in città una delle opere più importanti e originali del Rinascimento italiano: il Polittico Griffoni di Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti. La sua realizzazione, collocata tra il 1470 e il 1472, fu dedicata a San Vincenzo Ferrer, ordinata per la cappella di famiglia di Floriano Griffoni all’interno della Basilica di S. Petronio a Bologna. L’esposizione nasce da un’idea semplice e ambiziosa: riunire, nella città d’origine, le 16 tavole che componevano uno dei capolavori più significativi della cultura artistica della sua epoca.
Siamo di fronte a un evento artistico unico, in quanto, contrariamente a molti altri polittici dell’epoca commissionati dalle famiglie nobili bolognesi, questa opera venne smembrata nel 1725 per volontà del nuovo proprietario della cappella, Monsignor Pompeo Aldrovandi, che ridusse i pannelli dipinti a dei “quadri da stanza”, facendoli approdare alla residenza di campagna della famiglia a Mirabello, nei pressi di Ferrara. Le tavole giunsero poi sul mercato antiquario, finendo infine nei nove Musei internazionali che oggi ne sono i proprietari. Solo una ferrea volontà da parte dell’istituzione Genus Bononiae, guidata dal Presidente Fabio Roversi Monaco, ha permesso di riassemblare il Polittico Griffoni nella sua ricostruita unicità. Uno straordinario lavoro reso possibile dalla disponibilità dei 9 Musei internazionali proprietari delle singole tavole: Louvre, la National Gallery di Londra, Pinacoteca di Brera di Milano, National Gallery of Art di Washington, Collezione Cagnola di Gazzada (Va), Musei Vaticani, Pinacoteca Nazionale di Ferrara, Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, Collezione Vittorio Cini di Venezia. “Un evento eccezionale per la storia dell’arte oggi giunge finalmente a compimento. Un vanto per la città di Bologna, che si vede finalmente tributare la centralità che le spetta nel panorama Rinascimentale italiano, di fondamentale importanza per la storia dell’arte e della città”, ha dichiarato il Presidente Fabio Roversi Monaco.
La mostra trova al primo di Palazzo Fava le 16 tavole originali de “Il Polittico Griffoni rinasce a Bologna”, curata da Mauro Natale in collaborazione con Cecilia Cavalca e con il sostegno della Basilica di San Petronio, è incentrata sulla pala d’altare dedicata a San Vincenzo Ferrer commissionata intorno al 1470-1472 da Floriano Griffoni al ferrarese Francesco del Cossa. Il Polittico segnò l’inizio della sua collaborazione con il più giovane Ercole de’ Roberti, autore della meravigliosa base che si trova nella parte bassa e rappresenta in ordine “disordinato” le Storie di San Vincenzo Ferrer. La descrizione “disordine ordinato” è data dalla costruzione artistica realizzata, che vede molti momenti della vista e opere del santo, una accanto all’altra senza divisioni o apparentamenti. Ma il risultato è di straordinario effetto e rende l’idea di quanti fatti abbiano visto protagonista San Vincenzo Ferrer. Se è andata persa la meravigliosa cornice realizzata dall’intagliatore Agostino de Marchi da Crema, non è possibile rimanere insensibili alla bellezza che emana dalle parti dipinte del Polittico. Dalle espressioni severe di Sant’Antonio Abate a quelle celestiali dell’Angelo annunciante, la bellezza dei tratti appare in tutta la sua magnificenza, ma come spesso accade, il meglio bisogna cercarlo. E allora è doveroso, magari con l’aiuto delle eccellenti audioguide fornite a corredo della visita, curiosare dietro le figure di San Vincenzo Ferrer, San Giovanni Battista, San Pietro, per scoprire fatti e moniti celati sullo sfondo. Così come è possibile esplorare le tecniche costruttive e gli studi che hanno portato alla ricostruzione di come fosse l’opera in origine.
Al secondo piano di Palazzo Fava, invece, i visitatori possono vedere da vicino il lavoro di Factum Foundation che, dal 2012, attraverso le nuove tecnologie digitali di visualizzazione, ha ri-materializzato le più importanti opere d’arte del passato, tra cui il Polittico Griffoni. La possibilità di riportare in vita attraverso la tecnologia e/o proporre opere dal vivo che sono sparse o si trovano all’altro capo del pianeta, o che per la loro particolarità non possono essere esposte al grande pubblico, è qualcosa che abbiamo già trovato negli ultimi tempi. Forse l’impossibilità di muoversi agevolmente per il mondo ha accelerato questo processo, e qui a Palazzo Fava possiamo toccare con mano la qualità raggiunta ammirando “La Materialità dell’Aura. Nuove Tecnologie per la Tutela”, curata da Adam Lowe, Guendalina Damone e il team di Factum Foundation. “L’aura di un’opera d’arte, quella cosa immateriale che è stata usata per definire la sua originalità, è in realtà la sua presenza materiale. Attraverso la registrazione ad alta risoluzione, la mediazione digitale e le nuove tecnologie di visualizzazione e ri-materializzazione, possiamo avere una più profonda comprensione degli aspetti materiali che rendono qualsiasi oggetto quello che è. Questa prova rivela non solo come è stato realizzato un oggetto, ma anche come è stato curato, valutato, trasformato e spostato da una città all’altra o da un tipo di istituzione a un’altra” ha affermato Adam Lowe. È possibile anche vedere per la prima volta la scannerizzazione digitale del celebre Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell’Arca, conservato presso la chiesa di Santa Maria della Vita: esemplare unico di statuaria in terracotta rinascimentale.
Ad accompagnare la mostra due cataloghi editi da Silvana Editoriale: “Il Polittico Griffoni. La riscoperta di un capolavoro”, a cura di Mauro Natale e Cecilia Cavalca, e “The Aura in the Age of Digital Materiality. Rethinking reservation in the shadow of an uncertain future”, raccolta di saggi incentrata su una varietà di temi che vanno dall’applicazione delle nuove tecnologie alla conservazione più tradizionale del patrimonio culturale. La storia del Polittico Griffoni è diventata anche una produzione 3D in esclusiva per Sky Arte, “La Riscoperta di un capolavoro – Il Polittico Griffoni”. Girato nelle settimane precedenti il lockdown e andato in onda su Sky Arte lo scorso 30 aprile, è il racconto per immagini di un’opera immensa dispersa per il mondo, delle persone e vicende che ne hanno segnato il destino e del suo ritorno a casa, accompagnato da approfondimenti storico artistici, da interviste a curatori e studiosi.
[NdR – Si ringrazia l’Ufficio Stampa di Genus Bononiae per la cortese collaborazione]
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