Camera di Consiglio
VIOLENZA CONTRO LE DONNE, LE LEGGI IN ITALIA – Quella del 25 novembre è una giornata che le Nazioni Unite hanno istituito per celebrare la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, al fine di focalizzare, almeno per un giorno, l’opinione pubblica su un tema di grande attualità.
La Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne si celebra ogni anno in ricordo della brutale uccisione di tre sorelle da parte degli agenti del dittatore Rafael Leonidas Trujillo in Repubblica Domenicana, avvenuta nel 1960: il dittatore sottomise la Repubblica Dominicana tenendola nel caos per più di 30 anni in uno dei regimi più sanguinari dell’America Latina e le tre sorelle Mirabal avevano tentato di contrastare il regime di quest’ultimo e, per questo, furono assassinate.
Nel nostro Ordinamento le normative riguardanti tale tema sono, purtroppo, molto recenti: la prima importante innovazione legislativa in materia di violenza sessuale, si è avuta soltanto con l’approvazione della Legge 15 febbraio 1996, n. 66, che ha iniziato a considerare la violenza contro le donne come un delitto contro la libertà personale.
Invero, le precedenti normative collocavano tali delitti quali contrari alla “morale pubblica” ed al “buoncostume”, quasi come la donna non fosse considerata degna di tutela.
Soltanto nel 2001 venivano introdotte nuove misure volte a contrastare i casi di violenza all’interno delle mura domestiche con l’allontanamento del familiare violento, nonché nuove normative afferenti all’introduzione del gratuito patrocinio per le donne prive di mezzi economici adeguati, oggetto di violenza e/o maltrattamenti al fine di poter far valere i loro diritti.
E soltanto nell’anno 2009 venivano inasprite le pene per chi aveva usato violenza sessuale ed introdotto il reato di atti persecutori (il c.d. stalking), quale reato più grave e specifico rispetto al reato di minaccia.
Lo storico passaggio dell’Italia rivolto al contrato alla violenza sulle donne avviene nel 2013, con la ratifica della Convenzione di Istanbul, il cosiddetto “primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza”, secondo il Consiglio d’Europa.
Si tratta, in ogni caso, di un problema ancora aperto: Secondo l’OMS, la violenza contro le donne rappresenta “un problema di salute di proporzioni globali enormi”: gli abusi, infatti, colpiscono oltre il 35% delle donne in tutto il mondo e nel 30% dei casi chi usa violenza è proprio il partner. E, secondo fonti governative, durante il lockdown, nel nostro Paese i casi sono triplicati.
È ora di cambiare quella che è forse ancora una società troppo maschilista. Basti guardare il fenomeno del revenge porn: le donne vittime di tale sistema vengono licenziate e criticate, mentre, dall’altra parte, spesso, per gli uomini colpevoli di aver diffuso i filmati, si tratta di un atto di mera goliardia.
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