Infamie

Gli Stati Uniti hanno raggiunto 300.000 casi di contagio quotidiani e quasi 3.000 morti al giorno. Tanto per capire, con una popolazione sei volte più grande dell’Italia, hanno quindici volte il numero dei casi italiani. Con un 4% della popolazione mondiale, gli USA hanno il 19% di casi e di morti. Una  catastrofe nazionale (è come se ogni giorno si ripetesse il massacro dell’11 settembre). Ma Trump, per qualche settimana ancora Presidente in carica, tace completamente. Non dice mezza parola, almeno di consolazione per le famiglie colpite dalla tragedia (in occasioni precedenti, anche molto meno gravi, tutti i Presidenti, da Bush a Obama, sono stati i primi a confortare e farsi presenti, perché anche questo la Nazione si aspetta dal suo leader. Come aspettarselo da un cinico mentitore che, ancora a novembre, giurava che “il Paese aveva svoltato l’angolo della crisi”.

Probabilmente le vittime del “virus cinese” sono per lui dei perdenti, come disse dei soldati caduti o fatti prigionieri. Se ne sta chiuso nella Casa Bianca, circondato da un gruppetto di scherani obbedienti, continuando a diffondere infami bugie sulle frodi elettorali, mentre Tribunale dopo Tribunale, democratici e repubblicani (ultima, giovedì scorso, la Corte Suprema del Wisconsin) abbiano rigettato le azioni dei suoi legali e un numero crescente di Governatori e alti funzionari repubblicani nei vari Stati critichino aspramente l’atteggiamento del Presidente e gli chiedono di smettere di tentare di sovvertire le istituzioni democratiche.

Lui intanto sta pensando a concedere un perdono presidenziale ai suoi tre figli adulti, al genero Jared Kushner, a Rudy Giuliani e persino a sé stesso. Un modo per bloccare la Giustizia che li ha nella mira per una serie di porcherie che stanno venendo alla luce (l’ultima, dopo le accuse di frode fiscale, quella di aver speso parte dei fondi della “inauguration day”a profitto dell’albergo di Trump a Washington; che miseria!). Il perdono è una facoltà di cui tutti i Presidenti si sono serviti, generalmente per casi di particolare rilievo umano o sociale, e sempre per ridurre o eliminare la pena per reati accertati e condannati. Il solo caso famoso di perdono preventivo è quello concesso da Gerald Ford a Richard Nixon negli anni Settanta, e dette scandalo, perché fu considerata vera e propria “ostruzione della Giustizia” (cioè un crimine che può motivare l’impeachment). Ma Trump ha sempre professato la sua onnipotenza e la sua posizione al di sopra della legge. Solo un soprassalto di indignazione pubblica può forse impedirgli di fare come Ford.

Lui, come se la pandemia non esistesse, riceve squadre di football e prevede vari ricevimenti di Natale alla Casa Bianca, con tanti invitati e ovviamente senza maschera. E fa capire che intende ripresentarsi nel 2024, che è un modo per restare sulla scena, cancellare l’immagine di sconfitto e mantenere la propria base elettorale. È facile immaginare che nei prossimi quattro anni, dalla sua faraonica residenza di Mar-a-Lago, inonderà di tweet milioni di seguaci per attaccare l’Amministrazione democratica e rendere difficile al legittimo Presidente di governare.

La politica, si sa, non è un “balletto per dame beneducate”, ma un livello d’infamia così era stato l’appannaggio dei peggiori regimi autocratici, non di un Paese di democrazia avanzata.

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