I capricci di Renzi
Nel mondo, e anche in Italia, succedono cose serie, cose importanti, magari decisive per il futuro anche nostro: la tragicommedia degli Stati Uniti, gli ultimi spasimi del Brexit, l’avvio della vaccinazione di massa in Gran Bretagna, l’accordo del Consiglio Europeo sul bilancio, il Recovery Fund. E poi ci sono le bizze dei politici, le risse di partito, sempre più lontane dagli interessi della gente, anche se amplificate da una stampa sovente frivola e provinciale. Ho avuto in passato una certa stima per Matteo Renzi. Mi pareva un uomo nuovo, capace di innovare, una boccata di ossigeno nella palude della politica. Molti amici, tra cui un profondo filosofo della politica, ora purtroppo scomparso, mi mettevano in guardia; il filosofo mi diceva: Renzi è un ragazzino. Continuo a pensare che il fiorentino aveva grandi numeri, poi ha fatto alcuni enormi sbagli e, a suo parziale discarico, va detto che una parte del suo partito gli ha fatto una guerra spietata.
Ma ora devo ammetterlo: Renzi si sta dimostrando un ragazzino rancoroso e capriccioso. La sua guerriglia contro il Governo che pur dovrebbe sostenere, e personalmente contro un Premier che sta lavorando come può, è spiegabile solo con la voglia di restare al centro, di vendicarsi dei suoi vecchi nemici interni, di fare l’importante, anche con un seguito di circa il 3% nel Paese. Minacciare, e per le ragioni più insignificanti, di far saltare una maggioranza e un governo che bene o male reggono il Paese in una fase storica di estrema difficoltà, è un segno di immaturità e, come ha detto qualcuno dei 5Stelle, di irresponsabilità. Che però possono far cadere l’Italia in una crisi al buio, sabotando tutto quello che abbiamo potuto ottenere in Europa, e facendo un regalo gratuito alla Lega e alla Destra. Ho sempre deplorato gli sfasciacarrozze, non pensavo di dover annoverare Matteo Renzi in questa funesta categoria.
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