Gemma Bovery (Film, 2014)

Una buona commedia francese, romantica ed erotica al punto giusto, tratta dal romanzo grafico omonimo di Posy Simmonds, ben ambientata in Normandia, dalle parti di Rouen, intrisa di riferimenti letterari. La storia è raccontata dal punto di vista di Martin Joubert (Luchini), un parigino appassionato di letteratura che si è ritirato in provincia per riaprire il forno paterno.

La regista lussemburghese Anne Fontaine parte dalla fine, dal ritrovamento del diario di Gemma (Arterton) da parte di Martin, per narrare le similitudini tra vita e letteratura, perché la ragazza non ha soltanto il nome assonante a Emma Bovary ma tutta la sua esistenza pare segnata dalla trama ideata da Flaubert. Il marito di Gemma è inglese – si chiama Charlie (Flemyng), equivalente del Charles romanzesco – e la donna conduce un’esistenza annoiata, tradisce il marito con un giovane amante (Raido) e subito dopo accoglie una vecchia fiamma del passato. Il finale non è suicidio come nel romanzo ma morte accidentale, persino surreale, che dà vita a una sequenza straordinaria con diverse interpretazioni, secondo l’angolo visivo. Di fatto responsabili della morte della donna sono tutti gli uomini della sua vita, persino il fornaio che ha vissuto con lei solo un amore platonico. Doppio finale letterario, questa volta ironico: sei mesi dopo i tragici fatti prende possesso della stessa casa di campagna una nuova coppia, ma il figlio di Martin gioca uno scherzo letterario al padre convincendolo che la donna si chiama Anna Karenina.

Gemma Bovery è un film leggero e delicato, fotografato benissimo tra stupendi panorami campestri del nord francese e scorci cittadini di Rouen. Anne Fontaine gira con mano ferma ed esperta, guidando attori ispirati come l’allucinato Fabrice Luchini (perfetto nel ruolo) e la sensuale Gemma Arterton (a suo agio in diverse scene erotiche). La storia è scritta sulla falsariga di Madame Bovary, ambientata in tempi moderni, è una commedia sentimentale molto sui generis, non accadono grandi eventi, ma sono narrati benissimo. Un film che ha il merito – non da poco – di far venire voglia di rileggere Flaubert. Passato su Rai Movie. Disponibile su RaiPlay.

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Regia: Anne Fontaine. Soggetto: Posy Simmonds (romanzo grafico omonimo). Sceneggiatura: Pascal Bonitzer, Anne Fontaine. Fotografia: Christophe Beaucarne. Montaggio: Annette Dutertre. Musiche: Bruno Coulais. Scenografia: Arnaud de Moleron. Costumi: Pascaline Chavanne. Produttore: Matthieu Tarot. Distribuzione: Officine UBU. Durata: 99’. Genere: Commedia erotico – sentimentale. Interpreti: Gemma Arterton (Gemma Bovery), Fabrice Luchini (Martin Joubert), Jason Flemyng (Charlie Bovery), Mel Raido (Patrick), Elsa Zylberstein (Wizzy), Kacey Mottet Klein (Julien Joubert), Edith Scob (Madame de Bressigny), Isabelle Candelier (Valérie Joubert), Niels Schneider (Hervé de Bressigny).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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Un Commento

  • Un buon film, con diversi spunti di rflessione

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