Lockdown all’italiana (Film, 2020)

Un film che può vantare due primati: il debutto alla regia di Enrico Vanzina (di solito
sceneggiatore) – dopo la morte del fratello Carlo – e il primo lavoro di fiction su un tema di così stringente attualità. Dobbiamo dire che in entrambi i casi si potevano attendere tempi migliori, sia per fare il grande passo dietro la macchina da presa, sia per scrivere una storia ambientata nel periodo di quarantena forzata imposto per contrastare la diffusione del Covid-19.

In breve la storia, davvero ridotta ai minimi termini. Mariella (Minaccioni) scopre che il marito Giovanni (Greggio), ricco avvocato, la tradisce con una periferica (come la chiama in segno di disprezzo) che vive a Roma Est, Tamara (Stella), più giovane e attraente. Pure Walter (Memphis), compagno di Tamara, scopre che la sua ragazza lo tradisce. Tutto grazie a un escamotage abbastanza scontato: un messaggio sul telefonino lasciato incustodito. In un primo tempo le due coppie decidono di separarsi, mentre Giovanni e Tamara stanno per abbandonare i rispettivi domicili viene emanato il decreto con le misure anti-contagio per tenere sotto controllo l’epidemia di Covid-19, tra queste la quarantena forzata. Il film parte proprio da questo assunto, le due coppie devono adattarsi a convivere e a sopportarsi, tra litigi e tradimenti, bugie e tentativi di rappacificazione.

Il film comincia con una citazione da Prevert: “Bisogna tentare di essere felici, non fosse altro che per dare l’esempio”, non sappiamo fino a che punto coerente con l’impianto della storia. Ambientazione romana, nel periodo 8 marzo-4 maggio, molti interni, tanto teatro e poco cinema, alcune panoramiche della capitale (ogni volta che comincia un nuovo capitolo) e i tetti di Roma, per il resto commedia teatrale, girata in due condomini, il primo signorile, il secondo popolare, con incursioni al computer da parte di amici e conoscenti. Personaggi molto macchiettistici, solo in parte riusciti. Ezio Greggio è l’avvocato sesso dipendente – che alla prova dei fatti non è così virile – traditore quasi per dovere, che finisce per mantenere un’amante e per cercarne un’altra nel condominio dove vive, non appena scatta la quarantena. Paola Minaccioni è la moglie superficiale (collabora alla sceneggiatura) che a un certo punto confida un vecchio tradimento e decide di tenersi il marito, tanto potrebbe solo finire peggio. Martina Stella è bella e spontanea, recita in un toscano da trucida che da tempo vive a Roma, interpreta una cassiera molto disinibita che si fa mantenere da alcuni amanti e tradisce il marito. Ricky Memphis è il solito personaggio di sempre, il classico bamboccione tradito che pensa solo al calcio e ha paura di tutto, ma alla fine si fa furbo e si accorda con la compagna per succhiare soldi ai ricchi protettori.

Tra le cose più improbabili della pellicola, la parte in cui sia Mariella che Walter decidono di trovare un nuovo amore grazie a una chat su Internet e s’imbattono – guarda caso – proprio l’uno nell’altra! Si ride poco, siamo di fronte a una delle sceneggiature meno riuscite di Enrico Vanzina, che dirige con diligenza un compitino imperfetto, dove alcune gag sono corporali (Martina Stella che mena il compagno pure se è lei la traditrice, Paola Minaccioni che picchia il marito con l’alare del caminetto), altre a base di luoghi comuni (gli uomini si sa che sono tutti maiali, delle donne non ti puoi fidare). Tra le battute migliori, ricordiamo alcune trovate di Paola Minaccioni: “Una scivolata, la chiama! Un anno che va avanti la scivolata! Dopo un po’ te brucia er culo!”. “M’hai rotto li cojoni!”, grida a un certo punto al marito, mentre nel condominio si pensa al virus e tutti concordano.

Visto il materiale a disposizione si poteva fare di meglio, anche se si citano le mascherine portate al polso, le file al supermercato, lo smart-working, i vestiti a misura di schermo (senza pantaloni), i tutorial di ogni tipo, le liti casalinghe, il cane per uscire, il problema dei parrucchieri chiusi, le diete per non ingrassare, le trasmissioni televisive onnipresenti (simboleggiate dalla D’Urso). Riccardo Rossi si vede poco nei panni di un avvocato gay, vicino di casa di Memphis, che confida le sue pene d’amore. Biagio Izzo fa un’apparizione rapida come cliente napoletano di Greggio che non vuol pagare una parcella salata e non ha interesse a vincere la causa, gli basta che il Napoli batta la Juventus. Maurizio Mattioli si vede ancora meno, con il suo singolare accento romanesco consiglia l’uso di una chat erotica per incontri al suo amico Memphis. Tra le cose peggiori una parte retorica recitata da Ezio Greggio che intitolerei Io sono un cazzaro, una sorta di monologo dove il protagonista cita tutti i danni che sta facendo la pandemia, concludendo che la sola salvezza – per non pensare – sta nel fare il cazzaro. Bella risposta di Minaccioni: “Fai attenzione al virus! Resta sulle superfici. E tu sei un superficiale!”.

Apprezziamo alcune citazioni del cinema del passato, come tradizione dei Vanzina, da Sordi a Gassman, per finire con una parte intensa di Sapore di mare (Martina Stella si commuove). Il finale dimostra che – quarantena o meno – la vita non cambia, perché il nostro avvocato ci prova subito con una nuova inquilina che viene da Pescara, con una battuta molto triste: “Sa com’è, a volte vado a caccia, a volte vado a Pescara!”. Poco da salvare in un film che forse ha il torto di arrivare troppo presto, in piena quarantena, con la pandemia ancora in azione; non è facile fare battute e analizzare una situazione che ancora coinvolge. Come scrivere di guerra mentre cadono le bombe. Bisogna essere molto bravi per farlo.

Fotografia televisiva, giallo antico, di Zamarion. Confezione scenografica da fiction curata da Giadresco. Colonna sonora ininfluente di Smaila e Amato. Sceneggiatura prevedibile, con poche trovate comiche, di Vanzina e Minaccioni. Regia diligente, senza virtuosismi. Gli attori sono bravi, per fortuna. Trovo le polemiche sul film pretestuose, perché tutto si può trattare in forma di commedia, basta farlo bene, in questo caso possiamo obiettare che si è trattato di un’occasione perduta. Enrico Vanzina ha detto: “La commedia all’italiana ha sempre raccontato personaggi umani che mantengono debolezze e miserie. Il mio è un film buffo e spiritoso su tante situazioni paradossali da lockdown, ma anche malinconico e rispettoso nei confronti delle tante vittime del virus”. Ezio Greggio ha rincarato la dose nei confronti di chi ha criticato il film su Internet; in linea di principio concordiamo sul fatto che si possa fare commedia su ogni argomento, la nostra critica è diversa, crediamo di averla motivata a dovere.

Il film ha subito il boicottaggio involontario della pandemia, è stato in sala per undici giorni, incassando soltanto 366.373 euro. Critica italiana concorde nella stroncatura. Paolo Mereghetti (Corriere della Sera): “La narrazione sembra procedere col pilota automatico. Ricky Memphis ripropone il collaudato personaggio di popolano remissivo e conciliante mentre Greggio si comporta come se fosse in una puntata di Striscia la notizia”. Paola Casella (My Movies): “Ritmo assente, regia convenzionale, gag fuori tempo… la cifra del film è più malinconica che graffiante: un’occasione sprecata”. Gabriele Niola: “Poca cura dei dettagli e della precisione, anche se riesce a giudicare con una certa asprezza la maniera in cui l’Italia è uscita dal lockdown”. Resta uno dei peggiori film di tutta la filmografia dei Vanzina. Peccato.

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Regia: Enrico Vanzina. Sceneggiatura: Enrico Vanzina, Paola Minaccioni. Fotografia: Claudio Zamarion. Montaggio: Matteo Nash Perri. Scenografia: Laura Giadresco. Organizzazione Generale: Veronica D’Aloisi. Fonico Presa Diretta: Frank Roussel. Musiche: Umberto Smaila, Silvio Amato. Produttori: Adriano De Micheli, Enrico Vanzina. Case di Produzione: Dean Film, New International, Medusa Film. Collaboratori alla Produzione: Sky Italia, Regione Lazio. Distribuzione Italia: Medusa. Paese di Origine: Italia, 2020. Durata: 94’. Genere: Commedia. Interpreti: Ezio Greggio (Giovanni), Ricky Memphis (Walter), Paola Minaccioni (Mariella), Martina Stella (Tamara), Giuseppe Casteltrione (Gaetano), Romina Pierdomenico (Bianca), Biagio Izzo (Lepore), Maurizio Mattioli (Marione), Fabrizio Bracconeri, Gaia Insenga (Veronica), Riccardo Rossi (Persichetti), Maria Luisa Jacobelli (Monica), Harmail Kumar (Happy), Enzo Salvi (Paolo).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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