La corrispondenza (Film, 2016)

Giuseppe Tornatore non delude mai le attese, ogni suo film è un gioiello da incastonare nella felice serie di piccoli racconti di vita che va narrando nel corso della sua carriera, tra grandi affreschi di un’epoca e originali storie sentimentali.

La corrispondenza è la narrazione felice e partecipe di un amore tra un professore di astrofisica e una studentessa, così grande da superare l’esistenza terrena, ambientato tra l’Inghilterra (York), la Scozia (Edimburgo), Bolzano (biblioteca), Trento (Grand Hotel), Bressanone, Montenero Sabino (alcune scene acrobatiche) e un paese di fantasia (Borgo Ventoso), in realtà la suggestiva Isola di San Giulio, in provincia di Novara, nel bel mezzo del Lago d’Orta.

Amy Ryan (Kuryklenko) è la studentessa fuori corso che per pagarsi gli studi fa la stuntwoman (kamikaze, la chiama con affetto il suo uomo) e da sei anni ha una profonda relazione con il professor Edward (Ed) Phoerum (Irons), amante dai risvolti paterni, che la segue con affetto. Il regista filma il loro ultimo incontro, il saluto da entrambi i punti di vista con un poetico piano sequenza, la consapevolezza da parte di lui che non vedrà più la sua donna e la fiducia nel futuro da parte della ragazza. Ed è malato terminale, un tumore al cervello lo sta consumando, ma la sua donna non deve sapere niente, il suo ultimo regalo sono una serie di video e di messaggi elaborati in solitudine, nel suo rifugio sul lago, e consegnati alla ragazza da amici complici, dopo la sua morte.

Un film romantico e sentimentale, pure drammatico, se si vuole, che si dipana come una sinfonia dolente sulle note dell’ultima colonna sonora composta al piano da Ennio Morricone. Una storia d’amore interpretata magnificamente da due ottimi attori come Jeremy Irons – dolente e profondo – e la bellissima Olga Kurylenko – tristemente innamorata – che conferiscono ai personaggi veridicità e spessore. Tra gli interpreti italiani spiccano Paolo Calabresi nel ruolo del barcaiolo amico del professore e Anna Savva, fidata domestica che accoglie Amy a Borgo Ventoso. Fotografia cupa e angosciante di Zamarion, per comporre un triste ultimo scenario di un amore che poco a poco scompare con le ultime corrispondenze recapitate alla ragazza che ritraggono un uomo in fin di vita.

Il film ha il tono di un thriller psicologico, a tratti sembra prendere una deriva fantastica, quando Amy crede di rivedere l’anima del suo uomo nello sguardo di un cane che si ferma accanto a lei, in una foglia che picchia sul vetro, in un uccello che vola a fianco del suo treno. Le ultime sequenze lasciano intravedere uno spiraglio di luce, quando la ragazza sembra abbandonare il fantasma del grande amore per immergersi di nuovo nella vita quotidiana. Un piccolo gioiello della cinematografia italiana, passato su Rai Movie diretta dal mio amico cinefilo Alberto Farina, reperibile su RaiPlay. Non perdetelo!

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Regia: Giuseppe Tornatore. Soggetto e Sceneggiatura: Giuseppe Tornatore. Fotografia: Fabio Zamarion. Musiche: Ennio Morricone. Montaggio: Produttori: Isabella Cocuzza, Arturo Paglia. Effetti Speciali: Renato Agostini, Mario Zanot. Scenografia: Maurizio Sabatini. Costumi: Patrizia Bernardini. Produzione: Paco Cinematografica, Rai Cinema. Distribuzione: 01 Distribution. Durata: 122’. Lingua Originale: inglese. Genere: Drammatico, Sentimentale. Interpreti: Olga Kurylenko (Amy Ryan) doppiata da Benedetta Degli Innocenti, Jeremy Irons (Edward Phoerum) doppiato da Luca Ward, Simon Johns (Jason), James Warren (Rick), Shauna MacDonald (Victoria), Oscar Sanders (Nicholas), Paolo Calabresi (Ottavio), Rod Glenn (Grip), Anna Savva (Angela).

©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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