La differenza tra Ferragni e Meccanica quantistica

Il quesito del titolo non sorge propriamente spontaneo per parafrasare un modo di dire ormai entrato nel nostro quotidiano. Chiedere la differenza tra una ragazza, divenuta influencer sui social con milioni di follower e una materia che, solo per capire vagamente di che cosa si tratta, è necessario disporre di una conoscenza scientifica non certo elementare, è un quesito assurdo o mal posto; quasi come chiedere la differenza tra un cavallo e un barile di petrolio. Invece la domanda ha un senso oggi, nell’era di internet, dei social e del cosiddetto sapere diffuso.

Volendo semplificare al massimo la differenza è data da quel milione di follower che seguono i profili social di Chiara Ferragni che, sono pronto a scommettere tutto ciò che volete, non saranno mai raggiunti da un argomento decisamente più noioso e complicato da comprendere ma, allo stesso modo, molto più utile per chiunque. È più importante sapere come si muove la materia e capire che cosa è l’energia atomica, magari per scendere a protestare in piazza conoscendo l’argomento, o sapere come si chiama il cane o che numero di piede porta la blogger del momento? Se ci fermiamo un attimo a riflettere la risposta appare scontata. Allo stesso modo è più utile e importante sapere come il petrolio viene trasformato in carburante e come si coltiva l’avocado, anche per poter avere nozioni minime di ambientalismo, che non disquisire sul pranzetto della figlia di un VIP o sul pessimo abbinamento di colori di una influencer magari in un post social dove si scatenano fan e haters.

Tuttavia, nel mondo di internet, più correttamente in quello dei social, ha molta più importanza il colore del collare di un cagnolino famoso che non le ragioni del conflitto tra israeliani e palestinesi o i motivi delle scelte di Biden in politica estera che, forse, determineranno il nostro futuro.

Ecco, quindi, che la domanda iniziale assume un senso e dovrebbe far riflettere su che cosa attrae l’attenzione della gente e, in particolare, degli utenti della rete, vale a dire oltre quattro miliardi e mezzo di persone che ogni giorno si connettono e preferiscono scorrere profili e fotografie Instagram, mettendo pericolosi like, piuttosto che sfogliare pagine di enciclopedia e dizionari per conoscere argomenti che possono arricchire e migliorare le persone. Fosse anche solo un corso basic di croato o finlandese. Chissà in quanti sono a conoscenza del Progetto Gutenberg, quell’iniziativa nata nel 1971 dall’informatico Michael Hart che ha creato una biblioteca consultabile da chiunque che contiene in formato elettronico tutti i libri scritti in ogni lingua.

Sono dinamiche strane quelle che portano le persone a preferire di seguire Cristiano Ronaldo e Ariana Grande, solo per citare i due personaggi più seguiti solo su Instagram con oltre duecento milioni di follower, piuttosto che a sviluppare competenze, seguire corsi anche solo di cucina o fitness.

Le ragioni si possono trovare in un abbassamento, se non appiattimento, del livello culturale, nell’adeguamento ad uno strumento digitale che offre risposte immediate e semplici da comprendere, immagini che passano con leggerezza e la possibilità di interagire, anche solo virtualmente, con un personaggio famoso o da prendere come esempio. Lontani i tempi in cui i giovani volevano emulare Phileas Fogg o il Corsaro Nero e, non potendo in molti giocare come Cristiano Ronaldo è molto più semplice indossare la stessa maglia o curare le sopracciglia come lui in attesa del prossimo campione mentre qualche ragazza potrà usare lo stesso rossetto e indossare le stesse scarpe della Ferragni che, probabilmente, sarà soppiantata da altri modelli da seguire. Non me lo auguro per lei e, intanto, qualcuno continuerà a pagare al valore del caviale una bottiglia di acqua con il suo nome.

Internet, che offre potenzialità infinite, è usato dalla maggior parte degli utenti come un pacchetto di Klinex e un vaffa ha maggiori probabilità di essere accettato e seguito che non il discorso di un economista che spiega le ragioni per cui non si può tornare indietro dall’euro.

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Un Commento

  • Caro Gianni. Tu ed io siamo nati in un periodo in cui i valori erano ben diversi da quelli odierni. Dove il punto o i punti di riferimento erano personaggi “solidi” e non liquidi come quelli offerti da TV e in seguito Internet. Questi non sarebbero “male” se proponessero modelli seri e non modelli di bellezza e pochezza (maschili o femminili che siano). Gli influenzer nel bene e nel male sono l’espressione della libertà di parola che la “rete” ha evidenziato a discapito di una classe di giornalisti che si è persa pian piano diventando prezzolata e politica quindi meno “libera” (o così può sembrare ai più) rispetto alla libertà che si può esprimere in rete. Come tutte le attività c’è chi offre informazioni e messaggi corretti e liberi e chi ne approfitta per scagliare pietre o falsare i dati.

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