The visit (Film, 2015)
Quando un genere non ha più niente da dire. Molti horror contemporanei rasentano la più totale stupidità, finiscono per non fare paura (unico scopo del cinema dell’orrore e del terrore, soprannaturale o realistico che sia), scopiazzano cose già fatte in passato, dimostrano una totale carenza di idee.
The visit di M. Night Shyamalan è la quintessenza del film inutile. Vorrebbe far credere di essere un documentario girato da una ragazzina che aspira a fare la regista, con la collaborazione del fratello minore. La storia parte come un videoclip di una gita a casa dei nonni e poco a poco si trasforma nel filmato di sette giorni di terrore. Niente è quel che sembra, i nonni non sono i pacifici signori che si occupano dei poveri come aveva detto la mamma, ma due pazzi assassini. Anzi, non sono neppure i nonni ma i loro carnefici che intendono passare una settimana in compagnia di due presunti nipoti, dando sfogo alla loro turpe follia. Morale del film: non si deve portare rancore, visto che la mamma dei due ragazzi non parlava con i genitori da quindici anni dopo essere scappata di casa per una fuga d’amore. La figlia comprende che pure lei non deve evitare il padre, anche se si è separato in modo brusco e inaspettato dalla madre, rendendola infelice.
M. Night Shyamalan scrive, sceneggia e gira un film, seguendo la lezione del grande Ruggero Deodato in Cannibal holocaust, scopiazzato ne La strega di Blair, mettendo in scena un finto documentario a base di zumate, sfocature, soggettive, macchina da presa che riprende in modo sghembo e dilettantesco. Tutto è visto dagli occhi della ragazzina e da una camera fissa disposta ad arte in un punto della stanza per riprendere certe situazioni. Horror più suggerito che palese, tensione ai minimi termini, psicologia dei personaggi appena abbozzata, finale prevedibile e sconcertante, noia mortale per lunghe sequenze, molta imitazione di horror del passato. Ambientato in una casa di campagna della Pennsylvania, per lo più in interni, claustrofobico, vorrebbe essere anche angosciante, ma non ci riesce.
Bravi i ragazzini, soprattutto Ed Oxenbould che improvvisa alcuni pezzi di musica rap e impersona un bambino problematico che non sopporta la mancanza di pulizia. Non solo italiani i film de paura che non convincono, anche se mal comune mezzo gaudio non conforta, possiamo dire che pure i maestri del genere – gli americani – cadono spesso nel ridicolo. The visit è un film da evitare, se non amate il trash involontario che si trasforma in kitsch.
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Regia, Soggetto, Sceneggiatura: M. Night Shyamalan. Fotografia: Maryse Alberti. Montaggio: Luke Franco Ciarrocchi. Effetti Speciali: Dane Wilson. Scenografia: Naaman Marshall. Costumi: Amy Westcott. Trucco: Pamela Peitzman. Produttori: Marc Bienstock, Jason Blum, M. Might Shyamalan. Produttore Esecutivo: Steven Schneider. Case di Produzione: Blinding Edge Pictures, Blumhouse Productions. Distribuzione Italia: Universal Pictures. Paese di Origine: USA, 2015. Durata: 94’. Genere: Horror. Interpreti: Olivia De Jonge (Rebecca Jamison), Ed Oxenbould (Tyler Jamison), Deanna Dunagan (Claire), Peter McRobbie (Mitgchell), Kathryn Hahn (Loretta Jamison), Benjamin Kanes (Robert), Celia Keenan-Bolger (Stacey), Samuel Stricklen (controllore).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]