Afghanistan, la resistenza
L’arrivo al potere dei Talebani in Afghanistan non avviene senza resistenze. A parte gli episodi, coraggiosi, ma isolati, nelle città, come quello della giovane donna che affronta a viso scoperto e con la bandiera afghana in pugno l’ira dei vincitori, un nucleo di resistenza armata nella Valle del Panshir, a nord di Kabul, dove Ahmad Shah Massoud guidò vittoriosamente l’Alleanza del Nord antitalebana, dopo aver combattuto i sovietici, fino al suo assassinio da parte di Al-Qaeda nel 2001, pochi giorni prima dell’attentato alle Torri Gemelle. Adesso è il figlio, il giovane Ahmad Mahmoud, a dirigere l’opposizione, ma con lui ci sono il Vicepresidente della Repubblica, Saleh, e vari Ministri del Governo Ghani (lui si è rifugiato negli Emirati Arabi, ma promette di tornare).
Che futuro ha questo tipo di resistenza? Come sempre nelle questioni afghane, ci sono di mezzo rivalità etniche e di clan, pro e anti-pashtun, e di capi banda. Ma se anche fosse possibile unificare tutte le forze che si oppongono o si opporranno in futuro all’oppressione talebana, è dubbio che i guerriglieri del Panshir abbiano la capacità e i mezzi per vincere un nemico ora più organizzato e dotato di armamenti sottratti agli Stati Uniti e alla NATO: Infatti, Ahmad Mahmoud ha chiesto pubblicamente aiuto a Washington in un “op-ed” del Washington Post.
Come già al tempo dell’occupazione sovietica, la capacità di resistenza dipende o dipenderà dunque in buona parte dal sostegno occidentale. In questa fase, tuttavia, è del tutto improbabile che gli Stati Uniti accettino apertamente l’appello. La priorità assoluta, per l’Amministrazione Biden, è riuscire a evacuare americani, militari e civili, e almeno una parte dei collaboratori afghani, ai quali Biden ha promesso accoglienza negli Stati Uniti. Ma la evacuazione dipende dalla buona volontà dei Talebani che controllano gli accessi all’aeroporto di Kabul, unica via di uscita dal Paese. E quindi Washington non può per ora rischiare di irritarli. Nel disastro di questi giorni, se c’è una cosa che ferirebbe mortalmente il Presidente, dal punto di vista politico, sarebbe provocare in un modo o in altro morte di americani.
Cinismo? Certo, ma questa è la realtà della politica. Ahmad Mahmoud ha annunciato che, se i Talebani non accetteranno di condividere il potere con un governo di coalizione, la guerra civile è inevitabile. Il futuro, perciò, è davvero tutto da scrivere.
©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione