Grindadráp

Spesso guardiamo all’Europa del nord come un posto dove i Paesi sono di gran lunga più moderni e meglio strutturati dei nostri. Più all’avanguardia, sicuramente più civili. Poi accade un fatto che ci sorprende e ci sconvolge e allora tutte le nostre credenze svaniscono.

All’improvviso esce dall’uomo erudito e civile un guerriero con il volto dipinto di colori di guerra che ha bisogno, insieme alla sua comunità, di perpetrare un rito propiziatorio agli dei. Di continuare tradizioni che nessuno sa quando sono iniziate, che si perdono nei racconti di dei crudeli e sanguinari. A farne le spese creature innocenti. Non è sempre così? Sì, ma stavolta è oltre. Questo orrore ha un nome, si chiama Grindadráp, è una pratica barbarica? Crudele? Inutile? Scegliete voi. Questa roba qui insomma si è tenuta domenica scorsa e consiste nel trascinare i mammiferi, soprattutto balene, a riva e poi massacrarli con dei coltelli.

Ecco svanita nel nulla l’idea dell’uomo erudito educato e colto che pensavo abitasse l’Europa del nord. Sopraffatto da un vichingo assetato di sangue che sfoga la sua rabbia su mammiferi innocui che nuotano in branco al largo di isole danesi dal nome pieno di Ǿ sbarrate.

Stavolta le uccisioni sono state da record. Il mare rosso, le facce stravolte dallo sforzo e dalla sete di sangue di questi uomini e donne delle caverne. E i bambini? A guardare e a memorizzare la tradizione.

E noi? A leggere senza capire a guardare foto di una strage autorizzata. Attoniti nel sapere che robette del genere accadono anche in altre latitudini. In nome di una tradizione che farebbe accapponare la pelle anche al Conte Dracula.

Spero davvero che l’opinione pubblica possa fare qualcosa per proibire questa schifezza incredibile che tira fuori il lato più oscuro di gente apparentemente civile.

©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

Condividi
precedente

Camera di Consiglio

successivo

Giovanni (Corto, 2021)

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *