Giovanni (Corto, 2021)

Un cortometraggio che non ti aspetti, intitolato Giovanni, prodotto dalla neonata società di produzione cinematografica ZuccherArte production, diretto da Marco Di Gerlando e Ludovica Gibelli, coordinatori della scuola di cinema per ragazzi ZuccherArte di Genova, partner del progetto. Un cortometraggio che presenta un piccolo colpo di scena finale, che non svelo, ma che racconta la vicenda di un bambino che gioca con un bambolotto, lo allatta come se fosse il suo piccolo, lo porta al parco, siede accanto a un signore che lo vorrebbe convincere come sia più consono per i maschietti amare calcio e motorismo, invece di passare il tempo con le bambole.

La storia è ispirata a Giovanni Colucci, un bambino di 6 anni che mentre giocava con un bambolotto al parco, ha risposto al rimprovero di un anziano, che lo spronava a giocare con i soldatini e non con le bambole, di essere un papà. La vicenda, descritta su un post della pagina Facebook Guida senza patente, ha avuto un enorme successo virale ed è stata pubblicata sui più importanti quotidiani italiani di informazione.

Marco Di Gerlando e Ludovica Gibelli, già fortunati registi con cortometraggi dedicati al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza (Rincoman, La Mosca, Balo) hanno deciso di contattare la mamma del bambino, che ha risposto positivamente alla loro richiesta di realizzare un cortometraggio. A vestire i panni di Giovanni è il piccolo Alberto Beniscelli, genovese di sette anni, mentre la parte del signore è affidata all’attore genovese Mauro Pirovano. Il film sta per essere distribuito presso i festival di cortometraggio italiani ed esteri e verrà messo a disposizione per associazioni ed enti che ne faranno richiesta. Questo il trailer.

Il corto dura circa 5’, realizzato con cura tecnica e buona fotografia, interpretato in maniera convincente dagli attori (bravissimo il bambino!), gode di buon ritmo e di tecnica di regia compiuta; colonna sonora ideale per creare tensione narrativa, i tempi dei dialoghi sono in sintonia con la storia, così come gli sguardi degli attori riescono a evocare nello spettatore la giusta partecipazione. Lo scopo dei registi è raggiunto: uomo e donna sono uguali, esiste l’istinto paterno, non solo quello materno, un bambino deve poter appassionarsi all’automobilismo, al calcio, ma anche essere libero di ricreare nel suo immaginario un futuro da padre interessato al proprio figlio.

©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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Un Commento

  • Salve è un caso la mia omonimia con il bambino più che bambino lo definirei :《un bambino prodigio 》 un bambino che, insegna ad un’adulto poco assertivo, LA PARITÀ DEI RUOLI TRA uomo e donna? Nell’attuale contesto sociale.Quindi emerge una figura dell’anziano che nonostante gli anni è stato diseducativo.Importante ed edificante è stato il ruolo dei genitori di Giovanni, creando un “rapporto transazionale con il figlio Giovanni da ADULTO-ADULTO rendendolo piu responsabile e sicuro di se; e lo abbiamo notato nella risposta di Giovanni all’adulto , risposta con fermezza e consapevolezza del suo ruolo in quel momento.Invece se i genitori di Giovanni avessero improntato un “Rapporto transazionale ” con Giovanni da Adulto-bambino, la risposta sarebbe stata quella di un bambino insicuro e quell’atteggiamento dell’anziano avrebbe creato in giovanni un trauma una frustrazione. Bravo a Giovanni e Grandi i genitori.un grande plauso in bravura ai registi di questo cortometraggio,《corto ma la dice lunga 》

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