Tre piani (Film, 2021)
Sono morettiano della prima ora, ho amato senza riserve Ecce bombo, Io sono un autarchico, Bianca, Sogni d’oro, La messa è finita persino Palombella rossa, tutto quel cinema che scaturiva dalla vita privata e politica del regista, che raccontava benissimo, ironizzando su un’intera generazione e su tutti i nostri difetti. Caro Diario non ricordo il numero infinito delle volte che l’ho visto, per la gioia di riassaporare sequenze in vespa e frasi che hanno segnato un’epoca, concedendo poche riserve solo a La stanza del figlio e ad Habemus papam, per farmi prendere in toto da Mia madre che fa vivere il dramma della scomparsa di un figlio.
Tre piani va oltre il cinema già visto di Nanni Moretti, aggiunge un tassello di maturità, sia per la scelta (insolita) di partire da un testo altrui (il romanzo omonimo di Eshkol Nevo) adattato a un dramma corale che prende forma in un’unità di luogo e di spazio (un condominio romano), nel corso di 15 anni. Storie che si dipanano e che si intrecciano, ogni famiglia vive un dramma interiore, le esistenze si intersecano e si sviluppano, cambiano, si adattano a quel che succede, affrontano le difficoltà e le malattie, si lasciano prendere dal corso degli eventi.
In breve le storie. Due giudici (Buy e Moretti) hanno cresciuto un figlio ribelle e problematico che finisce in galera per aver investito e ucciso una donna. Una coppia di genitori (Scamarcio e Lietti) affidano spesso la loro bambina a una coppia di anziani (Bonaiuto e Graziosi), ma quando una sera la piccola e il vecchio si perdono in un parco, la loro vita cambia, tra paure e ossessioni che diventano guai giudiziari. Una donna (Rohrwacher), spesso lasciata sola dal marito (Giannini) che viaggia per lavoro, ha partorito due figli e teme di diventare come la madre che soffre di disturbi psichici. Tutte queste situazioni vengono analizzate dal regista, che sceneggia la storia con la collaborazione di Federica Pontremoli e Valia Santella, con notevole tensione drammatica, tra colpi di scena ed eventi traumatici, inseriti nel contesto narrativo in maniera credibile.
Tre piani è un dramma esistenziale sulla società contemporanea, su come siamo diventati, racconta l’amore coniugale che supera i confini della vita, il rapporto padre-figlio, il rapporto indissolubile tra una madre e il frutto del suo grembo, il legame stretto tra un padre e la figlia, la paura di perdere un affetto così grande, di vederselo distruggere da un gesto scellerato. Il tempo che passa finisce per diventare un personaggio del film, lo stesso condominio che si modifica negli anni ha un posto di rilievo nella storia che racconta il cambiamento della realtà, la crescita delle persone, il modificarsi dei rapporti umani. Interpreti eccellenti, tutti adatti ai ruoli scelti dal regista. Margherita Buy è la classica donna incerta e insicura, Nanni Moretti si ritaglia una piccola parte da giudice e padre inflessibile, Alba Rohrwacher è una donna preda dei suoi incubi, Riccardo Scamarcio (diventa sempre più bravo) è un padre perfetto, innamorato della figlia. Finale stupendo, anticipato da numerose sequenze interpretate così bene da risultare commoventi.
La tecnica di regia di Nanni Moretti è compiuta, usa il piano sequenza e il primo piano con grande abilità e senso del ritmo, i movimenti di macchina sono suadenti, in un contesto fotografico avvolgente e un montaggio compassato, a tratti interrotto da brevi sequenze oniriche. Film corale gestito molto bene in sede di scrittura e di montaggio, del tutto privo di tempi morti, dove niente è inutile e tutto ha un suo preciso senso narrativo. Tre mesi di riprese a Roma per un film che avrebbe meritato maggior fortuna a Cannes e che comunque si è preso la soddisfazione di riscuotere undici minuti di meritati applausi. Distribuito in sala dal 23 settembre. Imperdibile. Alla fine dello spettacolo non me ne sarei andato.
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Regia: Nanni Moretti. Paesi di Produzione: Italia, Francia, 2021. Durata: 119’. Genere: Drammatico. Soggetto: Eshkol Nevo (romanzo omonimo), adattato da Nanni Moretti, Federica Pontremoli, Valia Santella. Sceneggiatura: Nanni Moretti, Federica Pontremoli, Valia Santella. Fotografia: Michele D’Attanasio. Montaggio: Clelio Benevento. Musiche: Franco Piersanti. Scenografia: Paola Bizzarri. Costumi: Valentina Taviani. Trucco: Sonia Cedrone. Produttori: Nanni Moretti, Domenico Procacci: Case di Produzione: Sacher Film, Fandango, Rai Cinema, Le Pacte. Distribuzione: 01 Distribution. Interpreti: Margherita Buy (Dora), Nanni Moretti (Vittorio), Riccardo Scamarcio (Lucio), Alba Rohrwacher (Monica), Adriano Giannini (Giorgio), Elena Lietti (Sara), Alessandro Sperduti (Andrea), Denise Tantucci (Charlotte), Anna Bonaiuto (Giovanna), Paolo Graziosi (Renato), Stefano Dionisi (Roberto), Tommaso Ragno (Luigi), Teco Celio (Saverio).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]