Difesa della democrazia
Mentre il Presidente Biden riunisce un Summit della democrazia, si levano negli Stati Uniti vocii di preoccupazione e allarme per il futuro democratico degli Stati Uniti.
L’indagine condotta dalla Commissione parlamentare sui fatti del 6 gennaio scorso sta rivelando man mano un allucinante retroscena di intrighi per sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali, che ha per protagonisti personaggi centrali della Casa Bianca, come l’ex Capo di Gabinetto di Trump, assieme a molti altri oscuri figuri vicini all’ex Presidente. Purtroppo, l’inchiesta si sta smarrendo in un labirinto legale tipico del sistema complesso degli Stati Uniti: alcuni testimoni chiave si rifiutano di collaborare con la Commissione fornendo documenti considerati importanti, facendosi scudo dietro il divieto emanato dallo stesso Trump basandosi sul “privilegio esecutivo”. Inevitabilmente, tutto finirà nelle mani di una Giustizia lenta e complicata. Sapremo mai la verità, soprattutto sul ruolo personale svolto dall’ex Presidente in quelle ore terribili? Temo di no.
Ma la questione supera anche l’accertamento dei fatti del 6 gennaio e investe il funzionamento in generale della democrazia americana. Ancora oggi, i sondaggi mostrano che il 60% degli elettori repubblicani pensa che l’elezione sia stata “rubata” e che il Vicepresidente Pence, che ha fatto semplicemente il suo dovere, sia un traditore. Quel che è peggio, alcuni Stati importanti, come l’Arizona, la Georgia e la Pennsylvania, a maggioranza repubblicana, stanno rimuovendo politici e funzionari che si sono opposti alle tentate sopraffazioni trumpiane, e passando leggi che di fatto limitano il diritto di voto nelle prossime elezioni, mirando a escludere quella parte dell’elettorato, per lo più di colore, che vota democratico. Intendiamoci: non si tratta di oscure trame di una frangia di estrema destra. È l’intero Partito Repubblicano che, salvo eccezioni, ha imboccato la deriva autoritaria aperta da Donald Trump.
II più importanti organi di stampa, dal NYT al Guardian, stanno tirando campanelli di allarme, bisognerà vedere se i democratici, che almeno fino a fine 2022, hanno la maggioranza in Parlamento, reagiranno alla minaccia, e come. Alle volte, si vorrebbe che Joe Biden fosse meno gentiluomo, più duro, se non altro per disperdere l’ombra, sempre minacciosa e incombente, del nefasto Trump.
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