Titanic, la spettacolarizzazione della tragedia

Centodieci anni fa, il 10 aprile 1912, a mezzogiorno, salpava il Titanic dall’ormeggio 44 del porto di Southampton, per il suo primo e unico viaggio. Avrebbe dovuto attraccare a New York nel tempo record di sette giorni ma il successivo 15 aprile, un iceberg metteva fine non solo alla breve vita della nave più grande che il mondo avesse mai visto, ma anche alla vita di almeno 1.490 (anche se altre cronache parlano di 1.635), tra passeggeri e membri dell’equipaggio.

La vicenda dato origine negli anni a diverse rappresentazioni dell’accaduto iniziando dall’ultima in ordine di tempo, ma prima per la sua rilevanza mediatica e spettacolare, il film di James Cameron del 1997 che, grazie alla storia strappalacrime inserita nella trama e alla azzeccata scelta degli interpreti, ha permesso al suo autore di agguantare ben undici Oscar e altre tre candidature: un record che contribuì non poco a mantenere viva la leggenda intorno alla nave britannica coinvolgendo anche le giovani generazioni ad ottant’anni dai fatti.

Ma già l’anno stesso del naufragio la storia aveva avuto il suo primo riscontro cinematografico nella pellicola “Saved from Titanic” con protagonista Dorothy Gibson, all’epoca una delle stelle della nascente Hollywood con Mary Pickford. L’attrice è ricordata anche per essere stata incarcerata in Italia con l’accusa di essere un ‘agitatrice antifascista a San Vittore e ne uscì con Indro Montanelli; il film sulla sopravvissuta del Titanic non le portò certo fortuna e, da quella pellicola, la sua carriera andò verso il declino.

Un altro film ispirato al naufragio “La tragedia del Titanic” è stato realizzato in Germania nel 1943; la produzione fu voluta da Goebbels, ministro della propaganda del regime nazista in chiave di promozione anticapitalista e sembra che sia riuscito nel suo scopo perché da quanto è dato apprendere, ebbe successo nel dopoguerra anche in Unione Sovietica nella sua lettura anticapitalista.

Non mancano ovviamente fumetti e libri che hanno tratto ispirazione dalla vicenda così come i videogiochi e non possiamo certo dimenticare la celebre Titanic di Francesco De Gregori che ha messo in musica gli stereotipi e le diversità di un popolo di strani navigatori dell’epoca che andavano in America per sposarsi o per non morire. Uno spaccato di verità che fa riflettere come, accanto al lusso del Titanic, in quegli anni in moltissimi si dirigevano verso la Terra Promessa degli Stati Uniti per uscire da un’Europa che, solo pochi anni dopo, avrebbe visto sul suo suolo la Prima Guerra Mondiale. Un’amara riflessione proprio in questi giorni in cui vediamo altri profughi che sono costretti a lasciare case che adesso sono nei teatri di battaglia

Anche qui non può certo mancare un’ipotesi complottista e tale Robin Gardiner, un teorico della cospirazione, aiutato da uno storico navale, Dan Var der Vat, sostiene che il Titanic non naufragò ma, viceversa, fu la nave gemella segreta, l’Olympic. Difficile comprendere il perché di questa tesi e, più che altro, dove si trovi il vero Titanic. Resta in ogni caso una storia affascinante e, magari, ogni tanto da rileggere o rivedere in qualcuno degli altri film che le sono stati dedicati o, magari, per visitare il Museo dedicato alla nave che si trova a Belfast.

Forse in un non remoto domani sarà possibile visitare da vicino il relitto, sprofondato a 3.810 metri sotto il mare, già oggetto di visite scientifiche e turistiche, o entrare in possesso di uno degli oltre cinquemila reperti recuperati e che, pare, siano corteggiatissimi da collezionisti e amanti di questa storia.

L’affondamento del Titanic è stato considerato la fine della Belle Epoque o quantomeno del sogno dell’epoca che vedeva il nuovo secolo andare apparentemente verso il progresso tecnologico, ben rappresentato dall’aereo e dalla grande nave. Il primo conflitto mondiale vide la nascita dell’aviazione da guerra, mentre il relitto del Titanic si trova ancora nel luogo dell’affondamento.

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