Italia delle Regioni
Dalla Conferenza delle Regioni italiane l’impegno per garantire risorse per le assunzioni e la formazione dei medici e rispondere agli obiettivi del PNRR per la medicina territoriale.
“La grande sfida a cui siamo chiamati (accanto agli impegni del PNRR per ospedali e case di comunità) è fare in modo di disporre del personale sanitario per garantire davvero il diritto alla salute ai nostri cittadini. Per questo è diventato inaccettabile che ad ogni cambio di Governo si cambino le macrostrategie. In sanità c’è bisogno di una prospettiva almeno decennale. E su un percorso di medio-lungo periodo la Conferenza delle Regioni è disposta ad impegnarsi fino in fondo anche perché in questo momento soltanto con l’unità tra istituzioni e tra professionisti è possibile guardare al futuro con una prospettiva che non sia di un giorno solo”. Con queste parole il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ha concluso il suo intervento alla Conferenza nazionale sulla Questione Medica, organizzata e promossa dalla FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) il 21 aprile scorso.
“Durante la pandemia – ha ricordato Fedriga – le Regioni hanno trovato nei medici un alleato prezioso e sin dalle fasi iniziali dell’emergenza la prima cosa che hanno fatto è stato ascoltare i loro medici per compiere le scelte più opportune. E i medici – ha ricordato il Presidente della Conferenza delle Regioni – vanno ringraziati per l’apporto dato all’imponente campagna vaccinale grazie alla quale oggi è possibile affrontare la pandemia con maggiore serenità, e grazie alla quale si sono potute riaprire tutte le attività economiche. Con i medici abbiamo potuto affrontare le indubbie difficoltà del servizio sanitario del Paese che non sono connesse al Covid-19, ma che con la pandemia sono emerse ancora più nettamente. Ad esempio – ha detto Fedriga – la mancanza di professionisti, di medici, è il frutto di una ventennale mancata programmazione. Sappiamo che per formare un medico ci vogliono anni, non un mese o due. Occorre allora una programmazione di medio periodo, dobbiamo fare, insieme al sistema formativo, al livello nazionale, una pianificazione seria, partendo dai numeri per formare i medici necessari. Come sistema regionale noi ci siamo e peraltro le Regioni integrano anche con fondi propri le borse per le specializzazioni”.
“Ma mancano risorse, va detto con chiarezza. Mancano fondi, ad esempio, per tutta la parte premiale, anche se un primo passo importante, ma non sufficiente è stato fatto sul fronte dell’emergenza ed urgenza. Lo stesso indubbio aumento del fondo sanitario nazionale di due miliardi – ha aggiunto Fedriga – va riconosciuto, ma va letto attentamente, perché si tratta di un risorse vincolate. Oggi però siamo chiamati ad una grande alleanza con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, rispetto alla quale occorre una generale assunzione di responsabilità, perché bisogna fare in modo che la medicina territoriale dia risposte concrete ad una popolazione che invecchia sempre più e che registra un numero crescente di cronicità. E rispetto a scelte basate sull’appropriatezza occorre considerare che, quando mancano i livelli strutturali intermedi, si è costretti a far ricorso agli ospedali non tanto per necessità ma per mancanza di reali alternative. Per questo – ha sottolineato Fedriga – è importante la missione del Pnrr con gli ospedali di comunità e le case di comunità: ci sono le risorse importanti per creare infrastrutture, dobbiamo però avere anche fondi dedicati per riempire quelle strutture e per far funzionare la riforma della medicina territoriale”.
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