Salvini a Mosca?

Si è sparsa la voce di un possibile viaggio di Matteo Salvini a Mosca. Martedì, in una puntata di Porta a Porta, il segretario della Lega aveva espresso con molta convinzione l’opinione che si debba fare quanto è possibile per portare Mosca e Kiev al tavolo della pace. Nessuno può essere in disaccordo, almeno in teoria. In pratica, Salvini non ha spiegato come mai finora nessuno dei tentativi da parte europea di convincere Putin a smetterla sia riuscito, tanto che Mario Draghi ha dichiarato con molta decisione, dopo una telefonata con Putin, che non vedeva nessuna possibilità di pace. E Salvini non ha potuto o voluto neppure accettare che la sua idea che non si debbano più fornire armi all’Ucraina è in realtà la ricetta più sicura per giungere, non a una vera pace concordata, ma a un vero diktat russo (un po’ ipocritamente, il capo leghista ha detto che spetta agli ucraini stabilire quali condizioni siano accettabili; non ha avuto cioè il coraggio, che ha avuto invece Kissinger, di dire chiaramente che Kiev dovrebbe cedere alcuni territori in cambio della pace).

Il capitolo Kissinger però è un capitolo a parte. L’ex Segretario di Stato ha 98 anni, e forse gli si può perdonare lo scordarsi completamente del precedente di Monaco nel 1938 e dimenticare che facendo concessioni ai dittatori, si aumenta solo il loro appetito. La questioni delle armi, tutto sommato, è secondaria, perché quelle che potrebbe fornire l’Italia non sarebbero realmente incisive: le forniture vengono da altre parti e sono ben altrimenti importanti. Ma conta il fatto politico: se c’è un modo di contenere le ambizioni del Cremlino, è solo mantenendo la più ferma solidarietà occidentale, senza smagliature e senza se e ma (è sotto questo aspetto che le posizioni di Berlusconi, Conte e Salvini danneggiano la causa della libertà in Europa).

Ma Salvini è coerente con le sue parole, se davvero pensa di andare a Mosca per promuovere la pace. Se riesce ad andarci, e a vedere Putin, gli auguro di tutto cuore di aver successo. Sarebbe riuscito a fare qualcosa che non è riuscita neppure al Segretario Generale delle NU. Se no, avrà sbattuto la testa contro la dura realtà. Basta che poi abbia il coraggio di riconoscerlo.

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