Vladimir il Grande?
Celebrando il 350mo anniversario della nascita dello zar Pietro il Grande, Vladimir Putin si è paragonato a lui, sostenendo che ambedue avevano la stessa missione: recuperare terre russe e rafforzare la patria. Sul piano storico, si potrebbe obiettare che Pietro il Grande ha fatto qualcosa di ben diverso: ha difeso la Russia dalle ambizioni espansioniste svedesi, arginato l’espansionismo ottomano, ma ha aperto il suo paese all’Europa e alla sua civiltà, spostando a San Pietroburgo la capitale dell’Impero e con mille altre iniziative di modernizzazione.
Ma queste sono inezie: l’essenziale è la crescente paranoia del despota di Mosca, che ormai (come Hitler) si crede investito da Dio e dal Destino di un compito storico, da perseguire attraverso la guerra e le conquiste. Il pericolo è grande: non si tratta solo dell’Ucraina, da ricongiungere alla “madrepatria”, ma della Georgia, della Moldova, delle repubbliche asiatiche e, domani, dei Paesi baltici, se non fossero protetti dallo scudo della NATO. E chissà cos’altro.
Chi non capisce che in Ucraina si sta combattendo una guerra di civiltà, che deciderà della futura libertà di una gran parte dell’Europa, chi continua a cincischiare e a spaccare il capello in quattro sul sostegno militare agli ucraini, è cieco, o (se non lo è) è un complice in malafede.
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