Italia delle Regioni

Emergenza siccità: il presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga dichiara la massima sintonia con la Protezione Civile. Regioni pronte al confronto con il Governo sulla progettualità di lungo periodo.

“Totale sintonia tra la Conferenza delle Regioni e la Protezione Civile per cercare le soluzioni migliori e rispondere alla carenza idrica sia in termini emergenziali che in prospettiva per il futuro, giacché la siccità è purtroppo un fenomeno che dobbiamo considerare ricorrente”, lo ha dichiarato il Presidente, Massimiliano Fedriga al termine del confronto che la Conferenza delle Regioni ha avuto oggi con il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.

“Oggi abbiamo iniziato un proficuo confronto con la Protezione Civile, ma nei prossimi giorni lo faremo anche con il Governo. Due sono i fattori di intervento. Da un lato – ha spiegato Fedriga – la situazione emergenziale contingente, ovvero le misure da mettere in atto subito. Lavoreremo con la protezione civile per una soluzione nella quale si individuino in modo puntuale i criteri per la dichiarazione dello stato di emergenza e soprattutto gli interventi che, in questo caso, si possono fare. Dall’altro lato è necessario confrontarci   – soprattutto con il Governo – in una visione di prospettiva. C’è infatti l’esigenza di interventi strutturali perché da qui ai prossimi anni ci aspettiamo di trovarci spesso purtroppo in situazioni come quella attuale. Occorre fare sistema e creare le infrastrutture necessarie alla gestione coordinata e continuativa per affrontare in modo efficace ogni possibile carenza d’acqua. Dobbiamo pervenire ad una infrastrutturazione con bacini e ad una forte semplificazione normativa anche sotto il profilo ambientale. Pensiamo alle difficoltà che incontra ogni azione per lo sghiaiamento dei bacini o agli ostacoli che si frappongono oggi alla creazione di nuove infrastrutture”.

“Le Regioni chiedono insomma – ha concluso Fedriga – una progettualità di lungo periodo con le risorse necessarie e un serio intervento normativo di semplificazione”.

Il presidente dei Comuni italiani Anci, Antonio Decaro nel suo intervento introduttivo a ‘Missione Italia – 2021/2026 il PNRR dei Comuni e delle Città’, evento organizzato dall’Anci per fare il punto sull’attuazione in Italia del piano Next Generation Eu, ha dichiarato: “Siamo arrivati puntuali all’appuntamento preso all’Assemblea di Parma. Avevamo detto che entro giugno 2022 tutte le risorse destinate ai Comuni avrebbero dovuto essere assegnate. E così è stato. Tutti i comuni, le città metropolitane e le province d’Italia sono destinatari delle risorse: sono state già assegnati 30 mld, altri 10 mld stanno per essere assegnati. Si è completato l’iter procedurale. Abbiamo corso i primi cento metri, passandoci testimone più volte, in un gioco di squadra che ha visto l’ANCI impegnata gomito a gomito a lavorare con i Ministeri titolari delle misure, ma anche con il Parlamento che ha ascoltato molte nostre istanze. Rispettare l’impegno per noi era un dovere e l’abbiamo fatto. Ora siamo solo all’inizio del cammino: bisogna passare alla fase successiva e rimettere mano a diversi aspetti di questo lavoro, se vogliamo che questo Piano si trasformi in progetti che funzionino nella realtà e non solo sulla carta”.

Nel suo intervento il presidente ha poi indicato alcuni punti critici su cui bisogna intervenire nella fase cruciale di attuazione del PNRR. Innanzitutto, il tema delle semplificazioni sulle autorizzazioni: “Torniamo a chiedere con forza, che si intervenga soprattutto sulle procedure. Sui tempi e sulla mentalità e sulla missione stessa di chi detiene il potere di dare o di negare un’autorizzazione. Che la procedura del silenzio assenso diventi la regola”, ha ribadito. Poi il tema della qualificazione delle stazioni appaltanti. “Spero avremo modo di parlarne con il Governo nelle prossime ore: non si può pensare di introdurre proprio adesso modifiche alla normativa in materia di appalti in corso d’opera”, ha scandito Decaro. “Come stazioni appaltanti i Comuni in questi anni hanno fatto il proprio dovere e siamo tra i primi investitori di risorse. Quella modifica significherebbe la paralisi totale, dappertutto e sarebbe la fine del PNRR per i Comuni”, ha sottolineato.

Ancora la questione dell’aumento dei costi che sta mettendo a rischio la stessa azione di investimento dei Comuni. “Stiamo lavorando affinché vi sia un fondo dedicato ai Comuni che funga da cuscinetto per i finanziamenti PNRR che subiscono rincari dei quadri economici. La norma contenuta nel decreto legge 50 in fase di conversione è la strada utile, purché sia definita una quota specifica dedicata ai Comuni, per cui l’Anci ha già chiesto 500 milioni per il 2022”.

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