Irresponsabili
Quattro anni fa, quando dal faticoso accordo di governo tra 5Stelle e Lega spuntò fuori il nome di Giuseppe Conte come Presidente del Consiglio, l’avvocato pugliese era praticamente sconosciuto al di fuori di alcuni ambienti romani. A Palazzo Chigi, però, seppe rivelare qualità sensibili di equilibrio e di pazienza, governando in una situazione politica complicata, guardato a vista dai due Vicepremier e spesso spiazzato dalle iniziative estemporanee del suo bollente Ministro dell’Interno, Salvini. Nell’insieme, parve reggere bene gli urti, fino allo spintone decisivo, nell’estate 2019, dello stesso Salvini. Poi restò a capo di un governo sostenuto dal PD e altre forze di sinistra, e dovette affrontare la terribile crisi della pandemia. Lo fece in modo corretto e la sua immagine, nel Paese e in Europa, crebbe stabilmente.
Poi ci fu la coltellata di Renzi e dovette cedere il posto a Mario Draghi, con una maggioranza molto ampia, che di fatto escludeva solo Fratelli d’Italia. Draghi non ha avuto molta fortuna: la pandemia ha perdurato e si sta di nuovo aggravando e la brutale aggressione russa all’Ucraina ha prodotto una crisi energetica ed economica senza precedenti, alta inflazione, che colpisce direttamente i bilanci delle famiglie e delle imprese. Il Governo sta muovendosi nell’insieme bene e la sua popolarità nell’opinione pubblica lo dimostra. Ma Giuseppe Conte, nel frattempo, aveva preso in mano la guida politica dei 5Stelle, spodestando Luigi Di Maio. Per un po’ ha giocato il gioco correttamente. Poi ha cominciato a tirare calci, con l’assurda posizione sulle armi all’Ucraina, e ora minaccia apertamente l’uscita dal governo. Nel frattempo, le sue bizze hanno provocato nel Movimento una scissione, a opera di Luigi Di Maio, con la nascita di un nuovo gruppo, Insieme per il Futuro, che ha tolto ai 5Stelle la qualità di primo gruppo in Parlamento.
La giustificazione delle minacce di Conte è, in apparenza, politica, sui contenuti dell’azione di governo. Ma francamente non ci credo; sui contenuti è lecito discutere, negoziare e trovare soluzioni accettabili. Procedere a colpi di ultimatum è invece il segno che dietro c’è una volontà personale di rompere, il che vuol dire di vendicarsi. Da un po’ di tempo, assistiamo a una specie di tragedia greca fatta di successivi tradimenti e vendette; Renzi, spodestato, si vendica facendo cadere Conte. Questi, a sua volta spodestato, cerca di far cadere Draghi. Insomma, siamo ostaggi di una serie di vendette e pugnalate tra successivi Capi del Governo. E naturalmente Salvini non sta a guardare, ma minaccia a sua volta sconquassi a settembre.
In tempi normali, questi giochi sarebbero poco accettabili. Nella fase critica che stiamo vivendo, sono del tutto irresponsabili. Con una guerra alle porte, una crisi energetica, la pandemia che torna a colpire, la necessità di assicurare i fondi europei, far rischiare all’Italia un periodo di instabilità e a mesi di nuova campagna elettorale – perché dopo Draghi solo elezioni anticipate sono possibili – è un comportamento al limite quasi criminale da parte di politici che dovrebbero sempre mettere gli interessi del Paese avanti alle proprie ambizioni personali e ai propri squallidi calcoli di potere.
Penso che il Presidente Mattarella agirà per calmare le acque. Ma capisco perfettamente Mario Draghi quando dice – come pare abbia fatto – di averne piene le tasche. E più ancora dovrebbero averle piene gli italiani.
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