Cronache dai Palazzi
“Continuare a lavorare sodo per ottenere più risultati possibili nei prossimi due mesi”, per realizzare a settembre e ottobre il 50% dei traguardi del Pnrr che dovrebbero essere raggiunti entro fine anno. È stato questo il monito del premier Mario Draghi in un uno dei suoi ultimi Cdm.
L’ex governatore della Bce ha chiesto alla squadra di governo di portare a termine entro due mesi 20 obiettivi sui 55 concordati con l’Ue, che in questo modo diventerebbero 29. In programma anche dossier complessi e articolati come scuola e concorrenza, mentre il decreto delegato sui balneari dovrà essere approvato entro il mese di settembre anche se i termini scadrebbero a gennaio. Sarà necessario “uno sforzo eccezionale” da parte di tutte le amministrazioni interessate come ha sottolineato il sottosegretario Roberto Garofoli.
Un premier uscente e in carica per gli affari correnti ma con piglio deciso e, soprattutto, a lavoro fino all’ultimo a Palazzo Chigi, preoccupato di certo per la crisi internazionale innescata dal conflitto tra Russia e Ucraina, per l’inflazione, i rincari energetici e alimentari in particolare. Il tempo fisiologico per il cambio della squadra di governo potrebbe inoltre compromettere i tempi del Pnrr, rallentando il raggiungimento degli obiettivi e per tale motivo Draghi ribadisce: “Non possiamo stare fermi, dobbiamo andare avanti e onorare fino in fondo l’impegno che abbiamo preso con il Paese e gli italiani. Scadenze e decreti attuativi del Pnrr vanno rispettati e realizzati, anche anticipando tutto il possibile”.
La prima urgenza riguarda la carenza di risorse per mettere al riparo famiglie e imprese in autunno, l’unico punto fermo di Mario Draghi sembra essere evitare un eventuale ed ulteriore scostamento di bilancio di 20 o anche 30 miliardi, come ipotizzato ad esempio da Conte e Salvini. A proposito di sostegno a famiglie e imprese la prossima settimana il Consiglio dei ministri prenderà in esame il nuovo decreto Aiuti, dopo aver rimodulato la norma sulla tassazione degli extraprofitti delle grandi aziende energetiche e dopo aver soppesato le entrate con la Ragioneria dello Stato. In sostanza occorrerà un provvedimento “robusto” per fronteggiare tutti gli aumenti senza dover accumulare deficit.
Per la prima volta anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha parlato di un tetto massimo per il gas russo e, molto presto, potrebbe arrivare anche un tetto per il prezzo del petrolio. Il 9 settembre al vertice straordinario sul prezzo dell’energia Draghi difenderà strenuamente un tetto da imporre al prezzo del gas russo anche se il vertice decisivo sarà a fine ottobre quando il nostro Paese avrà, si auspica, un nuovo governo già a lavoro che però molto probabilmente non avrà la stessa forza per negoziare ed imporsi sul price cap di fronte agli altri partner europei.
Il governo Draghi lavorerà a sua volta fino alla fine per mettere a punto un piano per il risparmio del gas da inserire a sostegno di un decreto già dalla settimana prossima. L’obiettivo è assicurare a famiglie e imprese gas ed elettricità a prezzi calmierati entro fine mese. Le imprese in difficoltà potrebbero sfruttare il cuscinetto di emergenza di 20 terawattora dei quali 18 prodotti con le rinnovabili e 2 con il gas. Il Piano è in continua evoluzione e come assicurano Draghi e il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani la situazione per ora è sottocontrollo, ma molto dipende da come si evolveranno i fatti e, in particolar modo, molto dipende da ciò che deciderà la Russia a proposito delle forniture di gas, avendo tagliato i flussi verso l’Europa già del 72%.
Nello specifico Mosca minaccia di sospendere gli approvvigionamenti ai “Paesi ostili” in caso di “restrizioni” sul prezzo. Anche se i Paesi europei riuscissero a portare le proprie scorte di gas “vicine al massimo livello”, secondo i russi ciò non garantirebbe comunque di “superare la stagione dell’autunno-inverno in modo affidabile”. Anche la Commissione europea ha nel frattempo stilato un documento che fornisce delle valutazioni preliminari per come poter affrontare i prezzi dell’energia, la sicurezza dell’approvvigionamento e la sostenibilità. Si discuterà di tali argomenti già il 9 settembre nel corso del Consiglio straordinario Energia, mentre per la proposta definitiva occorrerà attendere il 14 settembre quando la presidente Ursula von der Leyen pronuncerà il discorso sullo Stato dell’Unione. La premessa è che “i prezzi dell’energia dovrebbero rimanere elevati per il resto del 2022 e fino al 2024-2025, anche se in misura minore”. Dal documento emerge comunque un dettaglio fondamentale: le misure prese in considerazione “possono contribuire a mitigare l’effetto della crisi, in particolare per quanto riguarda alcune categorie di consumatori” ma “non riporteranno i prezzi dell’energia ai livelli precrisi né elimineranno gli effetti significativi sull’inflazione né sull’economia”.
Sul fronte nazionale si va verso la riduzione di un grado della temperatura per il riscaldamento (due gradi nel caso di inverno mite) e di un’ora di durata giornaliera a partire dagli edifici pubblici (due ore nel caso di inverno mite). Non contemplate misure di razionamento all’industria né la chiusura delle scuole per uno o più giorni a settimana. Tra le misure per combattere il caro bollette, anche nei Comuni, ci potrebbe essere l’estensione dell’ora legale tutto l’anno ma per ora è solo un’ipotesi. La Società italiana di medicina ambientale (Sima) ha nello specifico chiesto al governo di istituire l’ora legale 365 giorni, stimando un risparmio energetico di circa 500 milioni di euro. La stima di spesa sembra invece essere 4 volte superiore a quella fatta per quest’anno. Di fatto nel breve periodo gli aumenti del prezzo del gas e dell’energia potrebbero dimostrarsi insostenibili.
Lo scenario più ottimista è che dal prossimo autunno (2023) l’Italia raggiunga la piena indipendenza dal gas russo anche grazie all’attivazione dei due rigassificatori di Ravenna e Piombino, anche se per quanto riguarda il secondo il Comune ha chiaramente espresso il proprio dissenso inviando alla regione Toscana il parere negativo.
Allegati al nuovo pacchetto di aiuti all’economia, che dovrebbe arrivare attraverso un decreto legge ad hoc entro giovedì 8 settembre, anche alcuni accorgimenti per ridurre e razionalizzare l’uso del gas attraverso un migliore uso del riscaldamento e degli elettrodomestici. A tale proposito per informare i cittadini in questa direzione a breve partirà inoltre una campagna di comunicazione. Nel frattempo il premier Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco stanno mettendo nero su bianco un piano per una ricognizione delle risorse finanziarie a disposizione, cercando di evitare in tutti i modi di ricorrere alla “scostamento di bilancio”.
Il governo intende dare priorità agli interventi destinati alle imprese e alle filiere gasivore, con il credito d’imposta sulle bollette (attualmente del 25% per i consumi del terzo trimestre) che potrebbe essere potenziato e/o prorogato per il quarto trimestre. Sia le imprese sia le famiglie potranno infine rateizzare il pagamento delle bollette (ora fino a 10 rate), una misura quest’ultima che dovrebbe essere prorogata fino alla fine dell’anno. Occorrerà infine prevedere degli aiuti per il pagamento delle bollette anche per Regioni ed Enti locali, in primo luogo per garantire i servizi essenziali come i servizi pubblici, tra cui i trasporti.
In questo frangente il costo della vita è notevolmente aumentato. I rincari dei beni energetici (+44,9% su base annua) e dei beni alimentari (+10,2%) hanno spinto l’inflazione a livelli che non si vedevano dal 1985. Per il mese di agosto l’Istat ha registrato un aumento del costo della vita pari all’8,4% rispetto al 2021. L’aumento dei prezzi ha colpito in primo luogo e in maniera pesante il cosiddetto carrello della spesa, nello specifico il paniere dei beni alimentari, per la cura della persona e della casa. Un balzo del 9.4% che l’Istituto di statistica non registrava dal 1984.
Codacons stima che una famiglia “tipo” subirà un aumento di spesa pari a 2580 euro annui. L’Unione nazionale consumatori prevede invece un incremento delle spese di 598 euro alla fine dell’anno. Il potere di acquisto dei consumatori risulta di fatto più debole e anche secondo i dati registrati da Eurostat nell’ultimo mese l’inflazione continua a salire indisturbata raggiungendo un nuovo primato ad agosto 2022, 9,1% mentre a luglio era all’8,9%. In Francia, ad esempio, l’aumento del costo della vita su base annua sembra essere pari alla metà rispetto al dato italiano. I principali responsabili dell’impennata dell’inflazione sono senza molti dubbi i rincari dei beni energetici e dei prodotti alimentari.
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