L’impiegato (Film, 1960)
Primo film con Nino Manfredi protagonista assoluto; regista Gianni Puccini (Milano, 1914 – Roma, 1968), teorico e critico di cinema, direttore del Centro Sperimentale, sceneggiatore (Ossessione di Visconti), collaboratore di De Santis, autore in proprio (dal 1951) per un pugno di ottime pellicole. Il suo film memorabile è l’ultimo: I sette fratelli cervi (1968), anche se L’impiegato è un’opera risolta e felice, a metà strada tra la commedia di costume, satirica e mordace, e il cinema fantastico, onirico e surreale.
La trama racconta la monotona vita quotidiana di Nando (Manfredi), anonimo e ozioso impiegato dell’Istituto Case Popolari, scapolo come la sorella (Campori) con la quale vive in un modesto appartamento dopo la morte dei genitori. La vita vera di Nando comincia di notte, quando sogna avventure fantastiche sulla scorta dei gialli Mondadori che legge prima di addormentarsi. Il suo sogno ricorrente lo vede scrittore di successo che vive in una villa sul mare, innamorato di Joan (Ferrero), ex ballerina di night di Los Angeles, mentre i colleghi impiegati interpretano vari ruoli del suo mondo fantastico. Tutto cambia in ufficio quando arriva da Milano l’ispettrice Jacobetti (Rossi Drago), esigente e puntigliosa, decisa a licenziare gli impiegati che non vogliono cambiare metodo di lavoro. I momenti onirici di Nando modificano l’oggetto del desiderio, adesso è l’ispettrice che diventa sogno d’amore, mentre Joan lo abbandona; l’impiegato cerca di sedurre la Jacobetti anche nella vita reale, con un tentativo finale in stazione, ma il suo resta un amore impossibile. Alla fine, tutto torna come prima: gli impiegati nullafacenti e l’ispettrice a Milano, rappacificata con il marito. La vita quotidiana di Nando vede compiere la storia d’amore tra la sorella nubile quarantenne e il collega di lavoro Sergio (Fantoni), vedovo con due figli, che frequenta la loro casa per sfamarsi e avere soldi in prestito.
L’impiegato è commedia brillante, quasi sofisticata, più che commedia all’italiana, in ogni caso insolita per l’abbondanza di parti oniriche e per il mix ben dosato tra realtà e fantasia di cui è composta. A tratti pare un film di Bergman in versione comica, inoltre la commistione di generi è totale nelle parti oniriche, che vedono avvicendarsi spezzoni di cinema bellico, western, thriller e noir, con spruzzatine di giallo sentimentale.
Prova d’attore magistrale per un Manfredi in gran forma, mai eccessivo, sempre misurato, ben guidato da un Puccini maestro di cinema e padrone del mezzo tecnico. Sergio Fantoni è una valida spalla, Gianrico Tedeschi un diligente direttore d’ufficio, Eleonora Rossi Drago una zelante ispettrice, Anna Maria Ferrero una sexy ballerina del sogno. Pietro De Vico interpreta alcuni siparietti comici nelle parti oniriche con il consueto stile slapstick che ricorda il cinema muto. Gianni Bonagura è un frate in odore di omosessualità impegnato in una comica sequenza di dialogo con Manfredi dal taglio grottesco e satirico. Interessante il cameo di Gino Cervi, che interpreta Re Lear durante una scena che si svolge a teatro, così come verrà capita soltanto da chi era giovane negli anni Sessanta la battuta di Cesare Polacco, commissario dei Caroselli televisivi per pubblicizzare la brillantina Linetti. Ottima la colonna sonora di Piccioni, con vocalizzi e canto curati da Mydia MacDonald. Tra gli sceneggiatori spicca la presenza di Elio Petri (anche aiuto regista) e dello stesso Nino Manfredi, oltre a Tommaso Chiaretti. Fotografia di Carlo Di Palma, resa splendente da un luminoso bianco e nero. Produttori mitici d’un tempo Tonino Cervi (padre di Gino) e Alessandro Jacovoni, per la ormai scomparsa Ajace Produzioni. Perfetta l’ambientazione in una Roma anni Sessanta, con interni che ricordano il cinema neorealista, cui Manfredi fa riferimento con una battuta in una delle prime sequenze.
Un film da riscoprire per il grande valore storico, un caposaldo della commedia italiana, da far studiare nelle scuole di cinema.
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Paese di Produzione: Italia. Lingua Originale: Italiano. Anno: 1960. Durata: 95’. Genere: Commedia. Colore: B/N. Regia: Gianni Puccini. Soggetto e Sceneggiatura: Tommaso Chiaretti, Nino Manfredi, Elio Petri. Fotografia: Carlo Di Palma. Montaggio: Nino Baragli. Musiche: Piero Piccioni. Scenografia: Giovanni Checchi, Carlo Egidi. Assistente alla Regia: Rinaldo Ricci. Produttori: Tonino Cervi e Alessandro Jacovoni. Produzione e Distribuzione (Italia): Ajace Produzioni Cinematografiche. Interpreti: Nino Manfredi (Nando), Eleonora Rossi Drago (ispettrice Jacobetti), Anna Maria Ferrero (Joan), Gianrico Tedeschi (direttore), Andrea Checchi (Francesco), Sergio Fantoni (Sergio Jacobetti), Gianni Bonagura (Pipetto), Anna Campori (Lisetta), Pietro De Vico (McNelly), Ferdinad Guillaume (Zuppi), Cesare Polacco (ispettore del sogno), Luciano Bonanni (Romoletto), Franco Giacobini (Rotondi), Antonio Bragaglia (padre di Nando), Gino Cervi (Re Lear), Enrico Musi, Piero Pastore, Aldo Vasco, Gianni Minervini, Iolanda Fortini, Rodolfo Bianchi, Mario Laurentino.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]