Elezioni, i risultati visti da fuori
Giorgia Meloni ha vinto le elezioni, Enrico Letta le ha perse, Matteo Salvini pure. Conte e Calenda, tutto considerato, sono andati benino, ma non conteranno niente in un Parlamento dominato dal Centrodestra che, per gli effetti di una sgangherata legge elettorale, ha in proporzione molti più seggi di quanto riflettano i voti reali nel Paese.
Varie cose si sono confermate: la disaffezione della gente, giovani soprattutto, per una politica che non sente rappresentarli, la differenza tra il Nord produttivo e il Sud, ove il reddito di cittadinanza ha attratto e conservato voti ai 5Stelle, la capacità di sopravvivenza di Berlusconi, che nella nuova maggioranza resta determinante, il declino di Emma Bonino, che a me personalmente fa molto dispiacere. Ma tutte queste sono considerazioni di politologhi, che alimenteranno chissà quanti talk-show. Il saldo netto è che la Meloni ha portato alla vittoria il Centrodestra e dovrà governare per i prossimi 5 anni, se Salvini non ricomincerà con le sue bizze.
La vittoria di Fratelli d’Italia è stata accolta nel mondo con reazioni molto diverse, sbagliate (lo dico subito) tutte. Hanno gioito Orban e Mosca, si sono stracciate le vesti la sinistra francese e spagnola, la stessa Von der Leyen ha preso uno scivolone, e c’è chi, nella stampa specie anglosassone, ha ritirato fuori il grottesco di un fascismo che è morto e sepolto e che certo non corrisponde allo spirito della Meloni. Basta per questo rifarsi al suo discorso post-elettorale, un discorso sereno ed equilibrato, non certo da futuro dittatore.
Dal governo, la vincitrice del 25 settembre dovrà dimostrare la sua capacità (la sua serietà l’ha già dimostrata) e, tra gli altri compiti urgenti, avrà quello di ristabilire la propria immagine e quindi quella dell’Italia in Europa e negli Stati Uniti, comprendendo che la grande politica, e i veri interessi del Paese, si fanno in armonia con gli altri veri protagonisti del mondo al quale apparteniamo.
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