L’annessione alla Russia

L’annessione del Donbas mostra a viso scoperto qual era il vero obiettivo di Putin, dopo quello, mancato, di occupare Kiev e cambiare il regime ucraino: pura e semplice espansione territoriale, con il pretesto, tipicamente hitleriano, di “recuperare i russi alla Patria”.

Si tratta di un atto illegale, contrario ad ogni norma internazionale, e ovviamente alla Carta dell’ONU, ma questo non spaventa certo il dittatore del Cremlino. Il cui discorso al Paese è stato un confuso ammasso di accuse all’Occidente – che risalirebbero al XVIII secolo – e include persino il bombardamento di Dresda, per non parlare della immoralità dei costumi, anche in materia di “genere”. Un discorso definito dal The Guardian “rambling” (erratico, confuso, quasi delirante).

Che succederà ora? Non credo che l’annessione di una buona fetta di Ucraina (il 15% del territorio) sia reversibile senza una guerra che diverrebbe generale, probabilmente nucleare. D’altra parte, può la NATO, possono gli USA, abbandonare la vittima di un’aggressione? Certo, ammetterla nell’Alleanza Atlantica è una possibilità, ma richiede un processo lungo e complesso, e alla fine richiede una unanimità probabilmente dubbia.

Penso che per ora la sola scelta possibile sia quella di fornire una garanzia collettiva di sicurezza all’Ucraina, rafforzare la capacità difensiva delle forze ucraine e fornire a Kiev una garanzia di sicurezza. E far pagare sempre più caro al Cremlino la sua criminale aggressione, ampliando le sanzioni e renderle tali da mordere realmente l’economia russa e la sua capacità militare E va fatto uno sforzo congiunto USA-EU-GB su Cina e India perché si pongano chiaramente dalla parte del diritto. Putin va isolato, finché l’élite di governo comprenda il male che sta facendo al suo popolo.

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