Iran e Diritti umani
Nella tragica vicenda iraniana. ci sono due scandali: il primo riguarda la barbarica ferocia di una oscura teocrazia medioevale, che impone alla gente un tipo di vita che spesso non corrisponde alle sue credenze e reprime selvaggiamente chi protesta (in due mesi, 300 morti e 14.000 arresti); il secondo scandalo sta nell’assordante silenzio di certi personaggi ed organizzazioni, che della difesa dei diritti umani hanno fatto la loro bandiera ma, direi, in certi casi, il loro redditizio “fond de commerce”.
Per fare solo un esempio, recentemente è morta in Argentina Hebe Bonafini, fondatrice e presidente a vita delle “Madri di maggio”, organismo nato durante la dittatura militare per protestare per le migliaia di “desaparecidos”. A quel momento, la Bonafini si è battuta con grande coraggio anche fisico, facendosi anche pestare dalla polizia dei militari durante le manifestazioni nella Piazza di Maggio, sede del potere, in difesa dei diritti violati. Per questo meritava rispetto e ammirazione. Poi, però, ha continuato a lottare contro un regime che era ormai scomparso e che non rischia certo di tornare, con una crescente e rancorosa violenza contro la destra e contro i valori occidentali, in particolare contro gli Stati Uniti, arrivando fino a rallegrarsi pubblicamente dell’attacco alle Torri Gemelle. Inoltre, ha ottenuto dai governi degli ultimi decenni grandi somme di denaro, sulla carta destinate a costruire alloggi popolari, in realtà disperse in mille rivoli e malversati dalle persone cui lei ha affidato la loro gestione, cioè (pare incredibile ma è così) a due fratelli condannati per parricidio e appena usciti dalla galera.
Le Madri di Maggio, in aperta rivalità con le “Nonne di Maggio”, sono state sempre presenti negli insulti a chiunque non fosse di sinistra, e hanno continuato questa ormai superata battaglia contro le violazioni dei diritti umani durante una dittatura scomparsa da quasi 40 anni. Ma non hanno mai levato un solo dito, o detto una sola parola, contro regimi repressivi come quello di Cuba, o del Venezuela chavista e, più particolarmente ora, della brutale repressione in atto in Iran.
Non sono il solo caso, almeno in America Latina. E spiace constatare che questi personaggi, anche se accusati e in alcuni casi condannati per corruzione o violenza, hanno trovato e continuano a trovare l’incondizionato appoggio del Papa, nel suo viscerale rancore per i valori dell’Occidente libero e laico.
Ora, finalmente, la Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha cominciato a fare qualcosa, decidendo, a maggioranza e con un certo numero di membri contro o astenuti, di svolgere un’indagine sulla violazione dei DH in Iran. Era ora! Teheran ha reagito con la solita bordata di menzogne: i morti sono morti per infermità precedenti, gli europei non hanno “autorità morale” per condannare l’Iran, e – naturalmente – tutto è frutto di una perversa manipolazione americana.
Vedremo cosa dirà, e quando, la Commissione d’Inchiesta dell’ONU. Ma non facciamoci illusioni. Il regime degli Ayatollah continuerà a uccidere e incarcerare i dissenzienti, e il mondo continuerà ad assistere senza far nulla, magari tagliandosi inutilmente i capelli. E Teheran continuerà indisturbata a fabbricarsi armi nucleari, diventando così effettivamente intoccabile.
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