I Leopard

Nelle ultime settimane, il problema della fornitura di carri armati tedeschi Leopard 2 all’Ucraina è diventato oggetto di discussione e di controversia centrale e con ragione. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i panzer tedeschi sono stati un fattore decisivo per la rapida conquista della Francia e nel resto delle ostilità, fino alla controffensiva tedesca delle Ardenne.

Tutti ricordiamo la fila interminabile di tank russi che un anno fa sono entrati in Ucraina, puntando direttamente su Kiev. Gli esperti ritengono che, al più tardi in Primavera, la Russia scatenerà una nuova offensiva terrestre e prevedono una battaglia forse decisiva per le sorti di questo conflitto. Naturalmente, è importante che gli Ucraini dispongano di armi anticarro, ma questa volta non basteranno, se la Russia userà tutta la sua potenza di fuoco. Kiev deve poter disporre di tank in grado, non solo di fermare l’attacco russo, ma passare all’offensiva e “bucare” le linee nemiche.

I tank migliori sono attualmente i Leopard tedeschi, sia per la loro qualità sia per il numero (circa 2000) di quelli disponibili in Europa. In seconda linea vengono i carri Abrams, americani, che ora sembra che Biden sia disposto a fornire. Ma i tedeschi resistono a fornire i Leopard e non senza qualche motivo. Il possesso di quel tipo di tank metterebbe gli ucraini in grado di attaccare in territorio occupato dai Russi e darebbe dunque alla guerra un carattere non più solo difensivo, rischiando una escalation. Berlino teme di trovarsi direttamente coinvolta nelle ostilità e di trascinare la NATO; anche perché dal Cremlino non stancano di minacciarlo. Però la logica della politica porta a credere che il problema sarà risolto, probabilmente con la fornitura a Kiev di Leopard da parte di paesi che li hanno in dotazione. Occorrerà l’autorizzazione tedesca, che il Ministro degli Esteri di Berlino l’ha già anticipata.

Sarà pur sempre una soluzione di ripiego, ma comunque servirà a qualcosa. Però, che a fornire i tank sia la Germania direttamente, o la Polonia ed altri (Finlandia, Estonia, Spagna – sono in tutto 12 – che li hanno promessi) l’importante è la rapidità. Marzo è vicinissimo e l’Occidente non può permettere che la Russia esca vincitrice dalla battaglia di Primavera.

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