Tempi moderni

Lui non sa chi sia Strehler e parlando di Emanuela Orlandi ridacchia senza senso. Ma direi che è inutile indignarsi. Una perdita di tempo. Lui è uno dei giovani dei nostri tempi, ignorante di successo pieno di tatuaggi ma in lacrime di fronte alle prove della vita.

Non è Riccardo Cuor di leone, ha solo un figlio che si chiama così. Sui social ogni virgola della sua vita è a disposizione dei fans. La parte migliore di lui sono la moglie e i due bellissimi figli già a loro agio di fronte alle telecamere. Lei bella e intraprendente ha aperto la strada a nuovi mestieri; chi sapeva cosa fosse un influencer prima di Chiara Ferragni? Brava, bravissima. E poi attenta al sociale. Le sue haters (cioè le odiatrici seriali, in sostanza le invidiose di mestiere) dicono che faccia beneficienza solo per lavarsi la reputazione. Beh, sapete cosa penso? Chissenefrega perché lo fa, intanto lo fa sul serio.

Adesso l’aspettiamo al Festival dei festival, Sanremo. Mille volte meglio di Zelensky che francamente non capisco cosa ci azzecchi, ma tant’è adesso gli ospiti sono attuali, quindi un Capo di stato di uno Stato in guerra va benissimo di questi tempi. Forse anche per alzare il tiro, per ovviare a brutta musica, brutti cantanti, vecchi cantanti magari un po’ stonati e un po’ suonati.

Ma a noi il Festival piacerà lo stesso, piacerà anche a tutte quelle persone che sono lì appollaiate sulla tastiera per fare pelo e contropelo a tutti e riversare quantità industriali di veleno.

Chissà se usciremo da questi 4 giorni con qualche cantilena ridicola con le mani con le mani con le mani ciao ciao oppure qualche altra strofa brutta e impossibile che ci farà sospirare. Ma solo quello perché è inutile indignarsi. Questo è il nostro presente. Teniamoci strette le persone come noi magari un po’ pesanti e borbottanti e sopportiamo senza livore una decadenza che a quanto pare va bene a molti. Sospiriamo in silenzio. Il buongusto è morto, viva il buongusto.

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