Questione di buone maniere
Lo status dell’Italia ai tavoli che contano non è certo nuova. Data almeno dal Governo Pella degli anni Cinquanta e da allora la questione si è riproposta più e più volte. Negli anni Settanta si fece un passo in avanti importante con l’ingresso nel gruppo dei G7. Però, per esempio, ai tempi della guerra di Bosnia dovemmo forzare con un vero ricatto l’entrata nel gruppo di contatto per l’ex Jugoslavia.
Rispetto agli Stati Uniti, in fondo, la questione non si pone. La diplomazia americana conosce le nostre sensibilità e valuta il nostro peso nel Mediterraneo, se non altro come base della Sesta Flotta. In Europa il problema non dovrebbe esserci, visto che siamo tra i sei Paesi fondatori e uno dei più grandi, ma esiste perché, sin dall’inizio, l’Europa è nata da un accordo franco-tedesco e continua a reggersi sull’asse Parigi-Berlino. Può parere ingiusto, ma è così, e quando Salvini dice che Francia e Germania non rappresentano l’Europa, e senza l’Italia “non si va da nessuna parte”, dimostra ancora una volta la sua ignoranza.
Giorgia Meloni ha ragione di irritarsi ma dovrebbe riflettere sulle ragioni di alcune seccanti esclusioni. Nel caso dell’Ucraina, Germania e Francia sono, nell’UE, assieme alla Polonia, i veri sostenitori militari di Kiev, come lo è la Gran Bretagna. Ma non è solo questo. Agnelli diceva che le azioni non si contano, si pesano. Lo stesso si può dire per lo status delle Potenze tra di loro. E il peso dipende talvolta da fattori non quantificabili, per esempio dalla coerenza e dalla continuità di una linea politica. La Meloni sta facendo miracoli per recuperare un ruolo in Europa, dopo anni di insulti, ma per acquistare piena credibilità occorreranno tempo, pazienza e continuità. Le dichiarazioni polemiche non servono a nulla, peggiorano solo le cose. Lo ha dimostrato Mario Draghi, che in poco tempo aveva riportato l’Italia al centro degli avvenimenti.
Macron – ha detto la Meloni – ha commesso un errore politico. Può darsi, ma in fin dei conti per me si tratta soprattutto di una questione di buone maniere.
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