Italia delle Regioni

La necessità di stringere un’alleanza tra amministratori locali e imprenditori per sfruttare fino in fondo la grande opportunità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR. Non solo per la realizzazione delle opere pubbliche previste, ma anche perché questa sia veramente l’occasione per un rilancio generale dell’economia, per dare una spinta alla crescita del Paese, anche oltre la scadenza del 2026, e per cambiare tutto ciò che, nelle procedure della pubblica amministrazione, spesso ostacola invece di agevolare l’impegno degli amministratori e delle imprese in favore delle proprie comunità.

Questo il senso dell’incontro di lavoro che ha recentemente riunito nella sede nazionale dei Comuni dell’ANCI di Roma i sindaci delle 14 Città metropolitane e i rappresentanti delle articolazioni territoriali di Confindustria, con il presidente dell’ANCI e sindaco di Bari, Antonio Decaro, e il presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi.

“I sindaci e gli imprenditori – ha affermato il presidente Decaro – sono accomunati dall’approccio sempre pragmatico ai problemi e dal forte interesse a creare le migliori condizioni per gli investimenti pubblici e privati sul territorio. I Comuni sono, infatti, i più grandi investitori pubblici e anche per questa loro capacità di spesa l’Europa ha assegnato loro 40 miliardi di euro nella fase di definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR. Di questi, circa 12 miliardi sono destinati alle aree metropolitane, per opere di grande utilità che vanno dalla riqualificazione urbana alla modernizzazione del trasporto pubblico, dalla riforestazione alle strutture scolastiche, dal recupero del patrimonio abitativo alla valorizzazione delle ricchezze culturali”.

“Insieme agli imprenditori – ha aggiunto il presidente dell’ANCI – vogliamo individuare tutte le criticità che rischiano di rallentare l’attuazione del PNRR e lavorare affinché le necessarie semplificazioni burocratiche possano valere non solo per l’occasione straordinaria del PNRR ma soprattutto per il futuro, per rendere più agile ed efficiente il rapporto fra pubblico e privato nel campo degli investimenti”.

“Per l’Italia l’attuazione del PNRR è il banco di prova per dimostrare la propria credibilità in Europa” ha affermato il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi nel corso dell’incontro. “Certamente alcune modifiche sono necessarie perché rispetto a quando è stato varato il Piano, il mondo è cambiato. Tuttavia, gli interventi non dovranno intaccare il processo di riforma, ma agire sul versante degli investimenti. In questo senso, il contributo degli attori sociali è determinante mentre ne stiamo osservando un sempre minore coinvolgimento. Ora quindi – ha aggiunto il presidente di Confindustria – auspichiamo che la nuova Cabina di Regia conservi e anzi rafforzi in modo sostanziale il contributo delle parti sociali e degli enti locali perché la collaborazione tra il sistema pubblico e quello privato è fondamentale per la realizzazione del Piano. L’incontro con Anci va proprio in questa direzione perché si tratta di un metodo di lavoro e di condivisione che andrebbe applicato sempre e a maggior ragione sul PNNR, che rappresenta un’agenda per il futuro”.

Sulla problematica dell‘immigrazione, “dal 2015 i comuni italiani associati nell’ ANCI chiedono una riforma del Testo Unico sull’Immigrazione, che a 20 anni dall’approvazione non risponde più alle esigenze attuali. Modificare definitivamente la normativa è un passo necessario per la gestione del fenomeno migratorio sui territori”. Il sindaco e delegato Anci Matteo Biffoni spiega così la decisione dei sindaci di affrontare questo punto all’ordine del giorno della Commissione immigrazione perché i Comuni possano avanzare le proprie proposte al Governo e al Parlamento. Anci chiede infatti al Governo di aprire una sede di confronto ampia e concreta che definisca le basi di una riforma dell’impianto normativo che consenta ai territori di avere adeguati strumenti di gestione. “Ora finalmente arrivano da più parti, sia di governo che di opposizione, segnali di apertura a cambiamenti nell’impostazione complessiva del Testo Unico”.

“Da ultimo, proprio lo stesso Gianfranco Fini, uno degli estensori della legge, ha evidenziato in un’intervista la necessità di una riforma strutturale a fronte di un cambiamento altrettanto profondo del fenomeno migratorio avvenuto negli ultimi 20 anni”.

“Le proposte di ANCI – continua Biffoni – saranno orientate solo da esigenze concrete non mosse da appartenenze politiche, ma dall’urgenza di affrontare e risolvere questioni lasciare in sospeso per troppo tempo”. In particolare, si richiede che vengano riattivati meccanismi di programmazione triennale per la definizione del numero di stranieri che possono entrare in Italia per motivi di lavoro e valutare percorsi di ingresso a titolo individuale. “In questo momento – ricorda Biffoni – la legge non prevede una modalità di ingresso legale in Italia per motivi di lavoro. Stabilire un percorso riconosciuto, corretto e determinato nei numeri è fondamentale per dare una via sicura a chi vuole raggiungere il nostro Paese per cercare migliori condizioni economiche e sociali. Il fenomeno non è eccezionale o emergenziale, come diciamo da anni; quindi, va gestito con una normativa adeguata. Il contributo che i Comuni possono dare al Governo per stabilire una nuova normativa è fondamentale, frutto dell’esperienza di chi da anni gestisce gli arrivi anche nel rispetto delle comunità che accolgono”.

Inoltre, si chiede un miglioramento delle procedure per il rinnovo del permesso di soggiorno con il coinvolgimento dei Comuni e la valutazione di sistemi che possano sopperire all’evidente impossibilità di rimpatriare tutti i migranti irregolari presenti sul territorio. “Su tutte queste proposte apriremo un confronto ampio in ANCI, avviato proprio in questi giorni nella Commissione Immigrazione, così da poter portare al Governo e al Parlamento una posizione comune e trasversale”.

Nell‘ambito della Commissione è stato ricordato anche lo stanziamento di 52milioni di euro destinato al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, per prorogare fino al 31 dicembre 2023 le attività di accoglienza SAI dei progetti scaduti lo scorso 3 marzo: una richiesta avanzata ripetutamente da Anci che è stata accolta dal ministero dell‘Interno.

Inoltre, è stato previsto un nuovo fondo di ulteriori 40 milioni di euro da destinare al rafforzamento, in via temporanea, dell’offerta dei servizi sociali da parte dei Comuni che ospitano richiedenti di permesso di protezione temporanea. Per i primi 40milioni di euro i Comuni che hanno fatto richiesta del contributo sono 1869, che hanno dichiarato, tra gli altri, 102.568 Ucraini richiedenti protezione temporanea.

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