India, favolosa
Arrivare all’aeroporto di New Delhi è un’esperienza notevole. Gli aerei da ovest arrivano perlopiù alle prime ore del mattino. Tu assonnato e semi felice arrivi al controllo passaporti. Una specie di marmellata di persone di ogni razza e provenienza ammassate di fronte a cartelli che dovrebbero indicare una fila che non c’è e alla quale sembra non ci sia mai fine. Se non hai un visto speciale, ti attacchi e passi le tue prime quattro ore in India in quella bolgia. Diciamo che la confusione è un dato di fatto: ci si abitua? Si, no, forse.
La risposta è nell’interpretazione del loro ondeggiare la testa in un enigmatico corollario di possibilità, della serie “se c’è una soluzione perché preoccuparsi, se non c’è una soluzione perché preoccuparsi”.
Perché tutto è tanto in India. Il traffico ad esempio. Una sinfonia continua di clacson che vengono usati per parlare e trasmettere messaggi; il codice è noto solo agli indiani ma funziona. Quando pensi di essere a un millimetro dall’incidente per miracolo tutto si aggiusta, quello che ti ha appena tagliato la strada continua per la sua e tu per la tua dopo aver schivato moto e motorette, temibili TukTuk e anche a volte qualche passante amante del brivido.
Ti colpiscono subito due cose: mucchi di stracci ai lati di alcune strade che poi scopri essere giovanissime mamme con bambini appena nati sporchi come mai, con capelli nerissimi arruffati che si mettono dita in bocca e piangono per mangiare e tanti tantissimi cani randagi tutti più o meno della stessa razza. Questi cani hanno spesso la rabbia e mordono: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che la rabbia è endemica in India, dove si registra il 36% dei decessi per rabbia nel mondo. In passato, ci sono state campagne per arginare la situazione ma fino ad ora il problema resta. Alcuni di questi cani convivono pacificamente insieme a tutte queste persone che dormono in strada.
Poi c’è il profumo. E sono gentile; il profumo delle spezie che copre tutto e tutti. Non c’è angolo che non profumi di zenzero o cardamomo. Anche l’odore è giallo-arancione. Dopo un po’ di giorni diventa complicato ma questo è.
Bisogna andarci in India, almeno una volta, per comprendere appieno il significato di confusione e gentilezza. Di accoglienza e musicalità. È davvero un Paese straordinario.
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