Cronache dai Palazzi
“I valori della scelta del 2 giugno 1946, trasfusi nella Carta costituzionale di cui ricordiamo i 75 anni di vita continuano a guidarci nel cammino di un’Italia autorevole e protagonista in quell’Unione europea che abbiamo contribuito a edificare”. Lo ha affermato il capo dello Stato in occasione del Settantasettesimo anniversario della Repubblica rimarcando quali sono i suddetti valori: “Libertà, uguaglianza, solidarietà, rispetto dei diritti dei singoli e delle comunità”, che sono i “pilastri fondamentali della nostra Carta costituzionale”. Queste le parole del presidente Mattarella in un messaggio inviato al capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.
La parola chiave, il concetto che spicca è “solidarietà”, anche nel messaggio del presidente della Repubblica ai Prefetti d’Italia, in cui Mattarella sottolinea che “è il fare rete tra Stato, autonomie locali, istituzioni e componenti della società civile che consente di affrontare e superare le sfide e le crisi. Con uno sguardo che sappia, sempre, guardare oltre l’emergenza per dare risposte efficaci e durevoli ai cittadini”. In questo contesto sono elementi fondamentali “una visione condivisa”, essere in grado di “un lavoro ben coordinato”, come “promuovere la realizzazione in concreto dei principi di buon andamento e di imparzialità, favorendo la cooperazione burocratica e il funzionamento degli apparati pubblici” sull’intero territorio nazionale, oltre alla “disponibilità a operare concordemente per un efficace utilizzo delle risorse disponibili, a partire da quelle messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza in una logica di orizzonte più ampio”.
A proposito di Pnrr ha fatto discutere l’emendamento del governo che esclude il “controllo concomitante” della Corte dei conti sul Piano e proroga fino al 2024 lo scudo erariale, emendamento approvato dalle commissioni Affari costituzionali e Lavoro; da lunedì, inoltre, il decreto sulla Pubblica amministrazione che contiene il suddetto emendamento approvato arriverà in Aula per essere esaminato.
A ridosso delle polemiche, al termine del vertice che si è tenuto a Palazzo Chigi tra il presidente della Corte dei conti Guido Carlino con il ministro Raffaele Fitto, con delega sul Pnrr, e con il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, in una nota congiunta si legge che è stato un incontro “lungo e cordiale”, nel quale “è stata condivisa la necessità di una piena e leale collaborazione tra le istituzioni e ribadita la volontà di rafforzare il confronto e il dialogo”. In questo contesto dalla prossima settimana verrà istituito “un comune tavolo di lavoro, nella prospettiva di una revisione dei seguenti istituti: disciplina della responsabilità erariale; meccanismo del controllo concomitante; adozione di un codice dei controlli”. Il governo inoltre, pur rispettando il no della Corte nei confronti dello scudo erariale, “ribadisce la necessità della proroga fino al 30 giugno 2024”, e si impegna “a un confronto con la Corte per l’elaborazione di una disciplina più aggiornata e stabile”. Il ministro Fitto ha, a sua volta, assicurato che “non c’è alcuna intenzione di limitare il ruolo della Corte” e per quanto riguarda lo scudo “era già stato prorogato dai governi Conte e Draghi”. A proposito di eventuali funzioni di controllo e di vigilanza si è espresso anche il commissario Ue per gli Affari economici, Paolo Gentiloni: “Spetta ai sistemi di controllo dei vari Paesi, e l’Italia ne ha ottimi, controllare fenomeni di frode, di corruzione, doppia spesa dei fondi europei. Questo non lo possiamo fare da Bruxelles per 27 Paesi”. Gentiloni ha inoltre ricordato che la terza rata da 19 miliardi arriverà “prossimamente”.
Palazzo Chigi ha puntualizzato che il proprio obiettivo è velocizzare “al massimo” le procedure e garantire le risorse strategiche del Pnrr, “il piano più grande d’Europa” e il più ingente di tutta la storia repubblicana, per favorire la crescita economica e “migliorare la competitività del sistema-Italia”. In sostanza i deputati meloniani affermano che l’esecutivo mira semplicemente a “tagliare lacci e lacciuoli, per andare avanti più spediti”. In definitiva, però, non si tratta solo di gestire una grande quantità di denaro ma in ballo c’è il ruolo di un organo di vigilanza dello Stato e anche il ruolo del Parlamento. Le opposizioni parlano addirittura di “democratura”, crasi tra democrazia e dittatura, e nel contempo il governo ritiene “molto gravi” gli attacchi giunti dalla Corte e assicura anche sul ruolo del Parlamento: “Noi lo stiamo valorizzando”, affermano da Palazzo Chigi.
La Repubblica è anche “vicinanza alle fasce più fragili della popolazione, alle situazioni di marginalità”, precisa il presidente Mattarella nel suo messaggio ai Prefetti d’Italia, “con un’attenzione particolare ai fenomeni di degrado e alle situazioni di disagio sociale, soprattutto dei giovani e degli anziani”. In questa prospettiva si affermano valori fondanti come la “coesione sociale” e la “sicurezza delle comunità”, mentre “la mediazione sociale, l’ascolto e il dialogo con tutti gli attori sono preziosi per affrontare la questione del lavoro oggi, per l’affermazione della legalità, nel contrasto a ogni forma di sfruttamento, assicurando ogni sforzo per elevare la sicurezza delle condizioni lavorative”.
Come ha sottolineato anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, nelle sue Considerazioni generali, “troppi, non solo tra i giovani, non hanno un’occupazione regolare o non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate”. Per fronteggiare una situazione sociale scomoda e degradante “come negli altri principali Paesi, l’introduzione di un salario minimo, definito con il necessario equilibrio – ha spiegato Visco, – può rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale”.
“Ho adoperato, non a caso, la parola solidarietà”, ha affermato il presidente Mattarella sottolineando che si tratta di un valore iscritto anche tra i primi articoli della nostra Costituzione che, nel riconoscere e garantire i diritti inviolabili, richiama il dovere di solidarietà, politica, economica e sociale”, afferma il capo dello Stato. Inoltre, “i principi di solidarietà e giustizia che debbono unire i popoli impongono la ricerca di una pace giusta e non di una pace raggiunta ai danni di chi è stato aggredito”.
I giovani in particolare vanno “ascoltati” e “aiutati”, ha sottolineato il governatore Visco, e il Pnrr, nello specifico, “rappresenta un raro, e nel complesso valido, tentativo di definire una visione strategica per il Paese”, uno “snodo cruciale” per rendere migliore la nostra economia anche grazie alle riforme, ha sottolineato Visco puntualizzando: “Ogni aumento di spesa o riduzione di entrata, anche nell’ambito di riforme quali quella del fisco o dell’autonomia differenziata, non potrà prescindere dall’identificazione di coperture strutturali adeguate e certe”. In questo contesto, per quanto riguarda il Pnrr “miglioramenti sono possibili” ma sempre attraverso “un confronto continuo con l’Ue”.
In una prospettiva più ampia, in particolare in un video messaggio agli italiani all’estero per il 2 giugno, il presidente della Repubblica ha sottolineato che “oggi, lavorare all’estero non dovrebbe più rappresentare, per nessuno, una scelta obbligata bensì una opportunità, specialmente per i giovani. È responsabilità della Repubblica, far sì che si tratti di una libera scelta”. In sostanza “si tratta di passare dalla ‘fuga’ dei cervelli alla circolazione dei talenti, alimentando un circuito virtuoso di capacità e di competenze”.
Nel contesto del 2 giugno la premier Giorgia Meloni ha inoltre ribadito l’importanza di “remare tutti verso la stessa direzione”, sottolineando che la Festa della Repubblica “non è una semplice celebrazione museale. È la dimensione del fatto che o noi capiamo che, se ci sia difficoltà o che le cose vadano bene, ne usciamo solo insieme, serve che ciascuno faccia la propria parte”, un fattore fondamentale per poter remare per l’appunto “tutti verso la stessa direzione”, come per quanto riguarda il sostegno all’Ucraina in un contesto internazionale.
“Ad oltre un anno di distanza – ha sottolineato il presidente Mattarella – la Repubblica italiana, insieme alla comunità internazionale, è ancora impegnata a contrastare l’aggressione condotta dalla Federazione Russa al popolo ucraino. L’Italia è fermamente schierata per la difesa della sua libertà, integrità territoriale e indipendenza, perché non vi sia un futuro nel quale la forza del diritto viene sostituita dal diritto del più forte. Una ordinata comunità internazionale non può che basarsi sul rispetto di questi principi”, ha affermato il capo dello Stato.
In particolare, ha ricordato il presidente Mattarella, “l’orizzonte di una difesa europea realmente integrata” rappresenta “la nuova sfida che attende le Forze Armate. I riconoscimenti degli alleati e dei Paesi amici, la stima e l’affetto delle popolazioni che i nostri militari assistono, sono prova eloquente della qualità del loro impegno e della credibilità conquistate nelle missioni di pace e di sicurezza al servizio del bene comune”. L’Italia, inoltre, “continuerà ad assicurare il sostegno al popolo ucraino e al suo diritto all’indipendenza” senza trascurare la propria “convinta appartenenza all’Unione europea e all’Allenza Atlantica”. Per quanto riguarda l’ingresso di Kiev nella Nato sarà oggetto del vertice di Vilnius a luglio.
©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione