Italia delle Regioni
Si è tenuta recentemente l’Audizione della Conferenza delle Regioni presso la Commissione Cultura del Senato per l’esame dei progetti di legge recanti “Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale”.
In tale contesto è intervenuto Giuseppe Schiboni (Assessore Regione Lazio), Coordinatore della Commissione Istruzione, Università e Ricerca della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, evidenziando “la necessità avvertita dalle Regioni di poter beneficiare e contribuire all’istituzione della filiera tecnologico – professionale, che consentirà di migliorare il percorso formativo degli allievi, servirà ad accorciare i tempi di immissione dei diplomati nel mondo del lavoro e consentirà di dare le giuste risposte ai territori, ai cittadini, alle imprese”.
Presente in delegazione anche Elena Chiorino, Assessore all’Istruzione, Lavoro, Formazione professionale, Diritto allo Studio universitario della Regione Piemonte. “Le Regioni – ribadisce Schiboni – hanno sempre avuto a cuore il sistema dell’Istruzione e formazione professionale (la IeFP) per la significativa componente di apprendimento on the job e il fatto di essere finalizzata allo sviluppo e all’acquisizione di competenze di base e competenze professionali riferite a profili direttamente collegati con il mondo del lavoro. La possibilità di aderire alla sperimentazione oggetto del disegno di legge in discussione consente non solo di ampliare gli orizzonti dell’offerta formativa a disposizione degli allievi, ma anche di fornire risposte ai fabbisogni espressi dalle imprese dei nostri territori”.
“Serve infatti una stretta connessione del mondo delle imprese con quello dell’istruzione e della formazione per costruire un sistema integrato tra l’istruzione e la formazione professionale. Abbiamo quindi proposto – conclude Schiboni – di rendere equiparabili gli esami conclusivi dei percorsi quadriennali di diploma di istruzione e formazione professionale all’esame di Stato conclusivo del sistema dell’istruzione secondaria superiore ai fini dell’accesso diretto, per i diplomati IeFP all’Università, all’AFAM e agli ITS”.
I comuni dell’Anci : “Decreto legge Sud migliorato grazie all’Anci e a un confronto serrato e proficuo”. Il segretario generale dell’Anci Veronica Nicotra è intervenuta al webinar organizzato dall’Anci per fare il punto sul decreto che riguarderà diversi Comuni del Mezzogiorno: “apprezziamo il confronto molto serrato e proficuo che ci ha consentito di migliorare la bozza iniziale del decreto Sud, portata prima in Unificata e poi in Parlamento in sede di conversione. Grazie al confronto promosso dall’Anci in sede politica, tecnica e parlamentare molti ostacoli sono stati superati e risolti, rendendo il provvedimento migliore”.
Queste le valutazioni di Veronica Nicotra, che ha introdotto i lavori del webinar “Le Novità del Dl Sud: ZES Unica, Fondi Coesione, Assunzioni personale”, organizzato dall’Anci per fare un punto di situazione sul Decreto Sud e dare risposte ai Comuni coinvolti dalla misura. “Abbiamo deciso di organizzare questo evento – ha spiegato Nicotra – perché riteniamo molto utile dare informazioni e risposte puntuali, come altrettanto utile è richiamare l’attenzione dei Comuni interessati dal decreto Sud, così da entrare nel dettaglio dei singoli contenuti”.
Durante i lavori sono intervenuti, presentando le proprie slide, il vicesegretario Anci Stefania Dota, il responsabile al Personale dell’Anci Agostino Bultrini, la responsabile dell’area welfare Anci Annalisa D’Amato e il responsabile tecnico del PNRR Anci Massimo Allulli.
Il segretario generale dell’Anci ha poi tenuto a sottolineare come “sulla partita degli investimenti legati al PNRR l’impegno dell’Anci è continuo. Voglio a questo proposito rassicurare i Comuni che il confronto con il ministro Fitto e le strutture tecniche è continuo e serrato per individuare i finanziamenti alle coperture degli investimenti che confluiranno fuori dal Piano. Nel confronto – ha concluso Nicotra – abbiamo chiesto che i finanziamenti e la gestione rimangano in capo al ministero dell’Interno e quindi al governo e che siano garantiti gli attuali regimi attuatori così da garantire la massima continuità”.
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