Milano Expo2015, il punto
Tra poco più di un anno Milano si prepara ad affrontare uno degli eventi di più grande respiro internazionale del nostro paese. L’idea dell’Esposizione Universale di Milano 2015 prende forma nell’ormai lontano 2006, sotto l’allora neo-eletta Sindaco Letizia Moratti, si decide di riportare nel capoluogo meneghino, dopo quasi 100 anni, una esposizione universale. Questo progetto avrebbe dovuto segnare un passo importante di svolta per il rilancio della capitale economica del nostro paese, riassegnandogli quel ruolo di grande città europea che per anni l’aveva contraddistinta. Ma le liti politiche, la burocrazia italiana e la forte crisi economica hanno reso il percorso di avvicinamento dal EXPO 2015 lungo e tortuoso.
Oggi, a poco più di 12 mesi dall’inaugurazione del sito, a che punto si trova Milano? Con oltre 25 milioni di visitatori stimati da tutte le parti del mondo al capoluogo lombardo serviva un restyling infrastrutturale degno di ogni grande città europea. Le opere propedeutiche ad EXPO sono per la gran parte cantierizzate, ma i forti ritardi, implementati dalla sopraggiunta crisi economica, porteranno Milano a completare gran parte dei cantieri in concomitanza con l’inaugurazione dell’esposizione.
Il primo ad aver accumulato un mostruoso ritardo è stato proprio il sito espositivo. La bagarre sui terreni, di proprietà privata, è andata avanti più di due anni e solo nel 2012 si è riusciti a sbloccare la situazione. Questo, come in altre opere molto importanti (autostrade e metropolitane), ha portato a riconsiderare gli investimenti iniziali, costringendo il CIPE a rivedere le proprie priorità. Se il sito espositivo ora procede a ritmo serrato, parte delle future linee metropolitane non saranno realizzate per il 2015.
I progetti considerati minori, ma che minori non sono (prolungamento della M1 fino a Bettola, la variante Varesina, il parcheggio d’interscambio alla Fiera di Rho, le ferrovie Arcisate-Stabio e Rho-Gallarate e la tranvia Milano-Seregno) erano opere fondamentali per il decongestionamento dell’area metropolitana milanese già oggi al limite del collasso. Le autostrade invece BreBeMi, Pedemontana e Tem (quest’ultima è anche il più grande progetto di investimento privato in Italia con quasi 2 miliardi di capitale privato, appunto) sono ad un buon punto e logisticamente allenteranno la tensione viabilistica di una delle zone più trafficate d’Italia.
Se le grandi opere nonostante tutto sono a buon punto, la città non sembra essere pronta all’invasione turistica. Le ultime elezioni amministrative hanno consegnato le chiavi del capoluogo al centrosinistra dopo più di vent’anni di centrodestra. Le politiche così dette green di Pisapia non si riescono ad integrare con le necessità di una città che conta 3 milioni di ingressi giornalieri. La battaglia anti auto della giunta arancione non sono state supportate da una sistematica razionalizzazione e implementazione del trasporto pubblico locale, ad oggi fortemente inadatto a supportare l’ondata turistica di EXPO.
A preoccupare milanesi (e non) ci sono inoltre i dati sulla sicurezza che da un paio d’anni a questa parte si fanno sempre più allarmanti. A dar torto al sindaco, che appena insediato volle levare i militari dalle strade della città per discutibili fissazioni ideologiche, ci sono i dati raccolti dal Sole24Ore che assegnano a Milano la medaglia di città con più crimini in Italia. Insomma, se alla giunta Moratti è spettato il compito di portare Expo a Milano, ora alla Giunta Piasapia spetta l’onere di realizzare il progetto. Ci aspettano mesi importati per capire quale sarà il futuro di questa manifestazione del prossimo anno, ma ad oggi la luce in fondo al tunnel sembra ancora lontana.
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