L’immunità del Presidente USA
In questo periodo di piena campagna elettorale statunitense, uno dei punti più rilevanti del dibattito riguarda l’immunità di cui dispone il Presidente. Invero, secondo il dettato costituzionale, solo i membri del Congresso non possono essere tratti in arresto nel corso del loro mandato o perseguiti per le opinioni espresse nell’esercizio delle funzioni, mentre, al contrario, nessun analogo privilegio è disposto per il Presidente, limitandosi la Costituzione ad affermare che questi, il Vicepresidente e pochi altri funzionari, sono soggetti solo alla procedura di Impeachment.
E proprio l’assenza di una specifica disposizione è stata interpretata da alcuni giuristi come un’implicita ammissione che il Presidente nel corso del mandato non dispone dell’immunità, confermando quindi il principio secondo il quale nessun cittadino è posto al di sopra della legge, in quanto, ammettendo il contrario, si trasformerebbe implicitamente il sistema statunitense da uno basato sui principi dello “stato di diritto” ad uno fondato invece sui privilegi di una “singola persona”, quasi applicando principi di una Monarchia se non di un’autentica dittatura. Dall’altra parte, altrettanti giuristi fanno notare come, nel caso fosse consentita l’apertura di un’indagine penale nei confronti di un Presidente in carica, non solo si potrebbe verificare l’eventualità che le accuse contro di lui siano tendenziose e costruite al solo scopo di danneggiarne l’immagine, ma, cosa più importante, l’intera attività presidenziale verrebbe ostacolata dal fatto che il capo dell’esecutivo, che ha all’interno del sistema una posizione unica, non sarebbe più in grado di svolgere pienamente le sue funzioni mettendo così a rischio l’intero sistema.
La questione riguardante l’immunità presidenziale in merito ad eventuali indagini penali è estremamente complessa in quanto tocca la funzione e la gestione del Paese e la necessità di non indebolire la fiducia dell’elettorato.
Il primo punto è porre una linea chiara di demarcazione tra atti compiuti nell’esercizio delle proprie funzioni, che paiono del tutto comprese nell’immunità, questa al contrario non pare sussistere per eventuali azioni illegali commesse al di fuori dell’ambito ufficiale.
Un chiarimento essenziale sulla questione è venuto comunque in piena epoca Nixon, da un memorandum redatto nel 1973 dal Dipartimento della Giustizia nel quale si stabilisce come il Presidente nel corso del suo mandato gode di una piena e completa immunità per le azioni compiute nel suo ruolo istituzionale, mentre il perseguimento di eventuali reati rientranti tra le attività considerate “non ufficiali” deve essere sospeso fino alla cessazione delle funzioni presidenziali.
Tuttavia, come da molti rilevato, per un giudice o una giuria potrebbe risultare difficile tracciare una distinzione tra azioni compiute nel ruolo istituzionale ed altre di natura privata, lasciando aperta la questione, salvo crimini violenti come un omicidio, per individuare tutti gli altri casi in cui il Presidente non potrebbe essere perseguito.
La questione si pone anche per i procedimenti civili, ma qui si può individuare un principio guida stabilito nel procedimento “Nixon vs. Fitzgerald” del 1982 dove la Corte Suprema ha stabilito che un Presidente in carica dispone della piena e permanente immunità in sede civile per ogni azione compiuta nell’esercizio delle sue funzioni e per gli eventuali danni che potrebbe causare, in quanto deve poter assumere ogni decisione collegata al ruolo di capo dell’esecutivo senza il timore che possano portare a delle responsabilità per gli effetti prodotti su altri soggetti
Gli atteggiamenti dell’opinione pubblica nei confronti dell’immunità presidenziale negli Stati Uniti sono ondivaghi e influenzati da una serie di variabili dinamiche. La percezione può oscillare nel tempo, riflesso delle fluttuazioni del contesto politico, degli eventi nazionali e internazionali, nonché dalle azioni specifiche del Presidente in carica.
In un Paese caratterizzato dalla diversità di opinioni e della stampa che influisce, situazioni di crisi o cambiamenti significativi nelle dinamiche nazionali possono avere un impatto diretto sulla percezione dell’opinione pubblica, portando a una rivalutazione dell’importanza dell’immunità presidenziale.
Una nuova presidenza Trump potrebbe portare una riconsiderazione del perimetro della immunità presidenziale? Alcuni articoli ne parlano ma è improbabile in un Paese che, anche se vi sono voci contrarie, fa della libertà un suo pilastro.
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