La guerra di Corea
In un momento in cui le tensioni non sembrano assolutamente scemare al confine tra le due Coree, con ripercussioni che toccano l’intero pianeta, chissà quanti ricordano ancora la guerra che vide già contrapposti i due Stati dell’Asia nord pacifica dal 1950 al 1953 in un conflitto che caratterizzò una delle fasi più acute della Guerra fredda ai suoi albori, con il rischio dell’uso di bombe nucleari. E ricordiamo che mai è stato firmato un esplicito trattato di pace. Forse i più, almeno in Italia, ricordano questo conflitto per l’ambientazione del celebre film M.A.S.H. di Robert Altman.
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale nel 1945, la Corea, precedentemente sotto il dominio giapponese, venne divisa lungo il 38º parallelo in due zone di occupazione: a nord, sotto l’amministrazione sovietica, e a sud, sotto l’amministrazione statunitense. Durante le sessioni della conferenza del Cairo, tenutasi nel 1943, un accordo tra Stati Uniti, Regno Unito e Cina stabilì l’indipendenza della penisola coreana e lo status di “Nazione neutrale”. L’Unione Sovietica accettò questa mozione.
Le due Coree, Nord e Sud, furono governate da regimi con ideologie opposte e aspirazioni diverse. Il Nord, sotto il regime comunista di Kim Il-sung, mirava all’unificazione della Corea sotto il comunismo. Il Sud, governato da regimi spesso instabili inizialmente, cercava di consolidare il potere e costruire una nazione democratica.
Dal 1948, si verificarono numerosi scontri lungo il 38º parallelo tra le forze nordcoreane e sudcoreane. Entrambi i lati incrociarono confini, cercando di testare la forza e la determinazione degli altri, nonché di aumentare la loro influenza nella regione. l Nord ricevette supporto significativo dalla Cina comunista e dall’Unione Sovietica, in particolare sotto forma di addestramento militare, mentre il Sud ricevette supporto dagli Stati Uniti e da altre nazioni occidentali. Questo aumento delle alleanze e delle tensioni internazionali creò un clima di crescente conflitto e rivalità.
Il 25 giugno 1950, le forze nordcoreane, con il supporto tacito di Cina e Unione Sovietica, invasero il Sud, dando inizio alla guerra di Corea. La rapida avanzata delle truppe nordcoreane portò le Nazioni Unite, sotto la leadership degli Stati Uniti, a intervenire a sostegno del Sud, stabilendo così un conflitto su larga scala. La forza internazionale, guidata dal generale MacArthur, vide la partecipazione, tra gli altri, anche del Giappone e dell’Italia, anche se ancora non facevano parte dell’ONU.
Sotto la guida di MacArthur le truppe dell’ONU riuscirono a rallentare l’avanzata nordcoreana fino a bloccarla del tutto, poi presero l’iniziativa con una controffensiva che in breve risalì fino al 38º parallelo e poi (7 ottobre 1950) penetrò profondamente nel territorio del nord.
La guerra si trascinò per circa tre anni, mettendo a serio rischio la stabilità non solo della zona direttamente interessata. Le trattative per un armistizio iniziarono nel 1951, ma si interruppero più volte a causa di disaccordi su varie questioni, inclusa la questione dei prigionieri di guerra per riprendere nel 1953 e si conclusero con la firma di un armistizio a Panmunjom, nella Zona Demilitarizzata il 27 luglio 1953. L’armistizio fu firmato dalle forze delle Nazioni Unite, dalla Cina e dalla Corea del Nord, rappresentando un cessate il fuoco e non una pace definitiva, come accennato.
Durante il conflitto, furono numerosi gli scontri tra le forze nordcoreane, cinesi e sudcoreane supportate dalle Nazioni Unite. Le battaglie furono caratterizzate da combattimenti intensi, con l’uso di armi pesanti. I civili coreani furono gravemente colpiti dal conflitto. Molte città e villaggi furono distrutti, e ci furono episodi di massacri e atrocità da entrambe le parti. I bombardamenti e gli attacchi aerei contribuirono a danneggiare infrastrutture civili e causare vittime tra la popolazione.
Oggi permane il conflitto tra un Paese (Nord) in cui è vietato internet e gli abitanti non possono scegliere il proprio abbigliamento o il taglio di capelli e un’economia (Sud) che è al decimo posto al mondo per PIL. Da un lato si rivendica la riunificazione sotto il regime comunista, dall’altro la necessità di espandere la cooperazione attraverso progetti congiunti e scambi commerciali. Il resto del mondo osserva preoccupato.
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