Cronache dai Palazzi

La necessità di “un maggior impulso all’innovazione”: ciò che serve all’Europa per poter essere protagonista nel mondo contemporaneo. Un aspetto sottolineato da Mario Draghi nel Rapporto sulla competitività presentato a Strasburgo pochi giorni fa, Rapporto citato anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenuto alla 17esima edizione del Simposio Cotec Europa a Las Palmas de Gran Canaria, un evento organizzato ogni anno con Portogallo a Spagna. “Sovranità tecnologica” il titolo e il tema per questo 2024, in quanto “la transizione digitale è una sfida epocale per i nostri tempi”.

“In quel rapporto – centrato come tutti sappiamo sulla competitività europea – il divario di produttività tra Unione Europea, Stati Uniti e Cina è imputato principalmente al settore tecnologico”, afferma il Capo dello Stato sottolineando: “Come anche i vostri studi hanno rilevato, l’Unione Europea è debole nelle tecnologie emergenti, quelle che guideranno la crescita futura”. In effetti sono europee “soltanto quattro delle cinquanta aziende tecnologiche più importanti del mondo”.

“Possiamo quindi concordare sul fatto che l’Europa debba riorientare profondamente i suoi sforzi collettivi per colmare il divario di innovazione”, ammonisce Mattarella. “Vecchio continente” non vuol dire e non deve significare arretratezza bensì valore storico. Come spiega il Presidente Mattarella “questa espressione è sorta per distinguerla dal ‘nuovo mondo’, ma non per indicare un presunto irrimediabile invecchiamento della sua civiltà”. La spinta al cambiamento potrebbe arrivare dalle nuove generazioni occorre però correggere lo squilibrio demografico che rappresenta un ostacolo, “un motivo di allarme per il futuro” con sempre meno giovani.

Sono inoltre necessarie nuove politiche nel campo della formazione e della ricerca per affrontare il divario tecnologico, “sollecitando il sistema industriale europeo a innovare, per essere resiliente e competitivo”. In sostanza “l’Europa deve fortemente accelerare, attuando misure che consentano di promuovere la sua capacità industriale nei settori ad alto contenuto tecnologico”.

La rivoluzione tecnologica porta con sé dei cambiamenti significativi a volte radicali ma, nel contempo, la tecnologia rappresenta una via privilegiata per poter affrontare le “sfide del futuro” quali “sostenibilità ambientale, lotta ai fenomeni di alternanza climatica, salute umana”. In definitiva la tecnologia può porre “le condizioni per poter consentire ai cittadini livelli di esistenza sempre migliori”.

Sul piano politico “il controllo dell’Intelligenza Artificiale” fa parte del dibattito pubblico in maniera costante e “le dinamiche internazionali sono sempre state segnate dalle nuove tecnologie”. Inoltre “la supremazia tecnologica è una componente rilevante nel rapporto tra gli Stati” e “il trasferimento delle tecnologie tra Paesi è sempre stato un segno di fiducia e di condivisione, di crescita”.

Un quadro confermato anche dalla nuova Commissione europea che si è appena insediata a Palazzo Berlaymont, la sede principale della Commissione Ue. Della nuova squadra fa parte anche il neocommissario Raffaele Fitto. “Abbiamo avuto un utile e approfondito confronto sulle prossime sfide dell’Unione e sull’avvio della nuova Commissione”, ha affermato Fitto a ridosso del primo incontro con i nuovi colleghi europei, con i quali “sono stati tutti incontri di lavoro costruttivi”.

Raffaele Fitto sarà uno dei prossimi vicepresidenti esecutivi con un portafogli che, tra Fondi di coesione e Pnrr, conta oltre mille miliardi di euro. “Penso che questo offra la dimensione del peso dell’Italia nell’Ue, ma credo anche che sia un riconoscimento del lavoro che l’Italia ha fatto su Fondi di coesione e Pnrr”, ha affermato la premier Meloni; “ci sono state diverse nazioni che si sono interessate a come stavamo lavorando. Un risultato che ci deve inorgoglire tutti, da portare a casa con il contributo di tutti perché Fitto è il commissario italiano e non di governo”, ha sottolineato la premier. Fitto avrà anche la supervisione su Pesca, Agricoltura e Trasporti.

La nuova architettura della squadra della Commissione Ue prevede una gestione coordinata dei principali dossier tra i commissari con la guida della presidente Ursula von der Leyen, timoniera al secondo mandato. La presidente von der Leyen ha preannunciato una “struttura più snella, più interattiva e interconnessa” e anche per Ursula von der Leyen la strada da seguire è indicata dall’illustre Rapporto sulla competitività di Mario Draghi. La raccomandazione principale è produrre misure che siano trasversali e coordinate in quanto le transizioni verde e digitale sono interconnesse. Tematiche spacchettate in politiche strutturali condivise da vicepresidenti e commissari appartenenti a gruppi politici diversi con l’obiettivo di incrementare il grado di responsabilità facilitando, nel contempo, l’approvazione delle misure da parte del Parlamento dato che “tutti ci mettono la faccia”, come nel caso pratico del Green Deal ma anche per quanto riguarda altri temi fondamentali come, ad esempio, le politiche monetarie o migratorie. In ogni modo fonti appartenenti al bacino della Commissione fanno trapelare che “il vero decisore sarà il Collegio dei commissari” prescindendo dalle deleghe ai singoli membri dell’esecutivo comunitario e, soprattutto, “tutti i commissari sono uguali”.

Incontro faccia a faccia tra Giorgia Meloni e Mario Draghi anche a Palazzo Chigi in cui il Rapporto sulla competitività di Draghi è stato ovviamente oggetto di dibattito, ribadendo che l’Unione per potersi affermare e progredire ha bisogno di un salto in avanti, di uno scatto a partire da una politica monetaria più efficace. In questo contesto tra i “diversi importanti spunti” del Rapporto di Mario Draghi emergono gli eurobond: “La necessità che l’Europa preveda strumenti adatti a realizzare le sue ambiziose strategie – dal rafforzamento dell’industria della Difesa fino alle doppie transizioni – senza escludere aprioristicamente nulla, compresa la possibilità di un nuovo debito comune”, come emerge nella nota finale con la quale è stato siglato il colloquio tra “i due Presidenti”. Sulla scia del discorso del Presidente Mattarella al Simposio Cotec Europa a Las Palmas de Gran Canaria, tra gli elementi fondamentali del Rapporto di Draghi condivisi e messi in evidenza da Palazzo Chigi vi sono un “maggiore impulso all’innovazione” e la questione del crollo demografico, ed ancora il controllo delle catene del valore e l’approvvigionamento di materie prime critiche. Elementi che Palazzo Chigi identifica come “priorità condivise, che rispecchiano anche il lavoro portato avanti dal governo in Italia e nelle istituzioni europee”.

Pragmaticamente gli industriali mettono in evidenza un fattore chiave limitante: il costo dell’energia del 40% più alto rispetto alla media europea; da qui la richiesta di un’accelerazione a proposito del nucleare. L’associazione degli industriali, attraverso il presidente Emanuele Orsini, sottolinea inoltre il “valore sociale della produttività” e “la responsabilità collettiva di tutti i soggetti sociali e politici nel realizzare un balzo in avanti nella produttività”. In definitiva occorre incentivare gli investimenti anche per ridurre le disuguaglianze, senza trascurare i costi del lavoro, irap, ires e Ace un’agevolazione per favorire il rafforzamento patrimoniale delle imprese. Un piano non condiviso a pieno da via XX Settembre ma da viale dell’Astronomia giungono segnali di cooperazione. “Siamo pronti ad un esame serio e dettagliato con il governo di molte fiscal expenditures – afferma Orsini – detrazioni e deduzioni che non sempre corrispondo a finalità di crescita”. Criticato infine il nuovo patto di Stabilità e la mancanza di un “solidarismo europeo” che preveda, eventualmente, il ricorso a debito comune.

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